Il Trattamento Integrativo di 100 euro mensili, conosciuto anche come “ex Bonus Renzi”, è stato introdotto per aumentare il reddito netto dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Tuttavia, chi percepisce la NASpI (l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS) si trova spesso a dover restituire questi importi in sede di conguaglio fiscale. Un rischio che può essere evitato grazie alla possibilità di rinunciare in anticipo al bonus accedendo all’apposita sezione del sito INPS.
Cos’è il Trattamento Integrativo e perché viene erogato sulla NASpI
Il trattamento integrativo, introdotto dal Decreto Legge 3/2020 in sostituzione del “Bonus Renzi”, è un’agevolazione fiscale che prevede 100 euro mensili per i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo annuo non superiore a 15.000 euro. Per i redditi tra 15.001 e 28.000 euro, l’importo può variare e dipende da specifici calcoli legati alle detrazioni.
Tuttavia, chi riceve la NASpI è considerato fiscalmente come “lavoratore dipendente” ai fini dell’erogazione del trattamento integrativo. L’INPS, infatti, anticipa automaticamente questo bonus ai percettori di NASpI, senza considerare altri redditi che il contribuente potrebbe aver avuto nell’anno.
Il problema nasce proprio qui: se a fine anno il reddito complessivo risulta superiore ai limiti previsti, quei 100 euro mensili (o parte di essi) devono essere restituiti tramite il conguaglio nella dichiarazione dei redditi.
Quando e perché si deve restituire il Trattamento Integrativo?
La restituzione del Trattamento Integrativo avviene durante la dichiarazione dei redditi, nel momento in cui si effettua il conguaglio IRPEF. Se il reddito complessivo del beneficiario risulta:
- Superiore a 15.000 euro, e non ci sono le condizioni per il bonus parziale;
- Tra 15.001 e 28.000 euro, ma con poche detrazioni da lavoro o oneri deducibili;
- Composto anche da altri redditi da lavoro dipendente, autonomo o pensione;
allora si rischia di dover restituire integralmente o parzialmente il trattamento integrativo ricevuto nei mesi di NASpI.
Molti contribuenti si trovano quindi a dover versare centinaia di euro al fisco, spesso inconsapevoli di aver ricevuto un beneficio a cui non avevano pienamente diritto.
Come evitare la restituzione: la rinuncia preventiva
Fortunatamente, l’INPS ha previsto la possibilità per i beneficiari di NASpI di rinunciare all’erogazione del trattamento integrativo, così da evitare future sorprese fiscali.
Questa opzione è disponibile direttamente online:
Come fare la rinuncia:
Accedere al sito www.inps.it con SPID, CIE o CNS.
Digitare nella barra di ricerca “NASpI – Rinuncia trattamento integrativo”.
Entrare nella sezione dedicata e selezionare la domanda di NASpI attiva.
Cliccare su “Rinuncia trattamento integrativo” e confermare l’operazione.
Dopo la rinuncia, l’INPS interromperà l’erogazione dei 100 euro mensili e ciò verrà segnalato nell’estratto conto del cittadino. È possibile anche verificare, mese per mese, se il bonus è stato erogato consultando il “Fascicolo previdenziale del cittadino” nella sezione “Pagamenti”.
Conviene sempre rinunciare? Dipende dalla situazione fiscale
La rinuncia al trattamento integrativo è una scelta prudente, soprattutto per chi ha avuto redditi da lavoro prima della NASpI o prevede di averne entro l’anno (ad esempio tramite un nuovo impiego, prestazioni occasionali, o altri redditi imponibili).