È in fase di valutazione un ritocco dell’addizionale regionale Irpef che potrebbe comportare un prelievo fino a 70 euro all’anno per contribuente. La misura, se approvata, impatterebbe su tutte le buste paga e pensioni superiori ai 15.000 euro annui, con un peso medio stimato di circa 6 euro al mese.
E’ quanto starebbe valutando la giunta regionale del Piemonte guidata dal Presidente Alberto Cirio.
L’obiettivo è evitare un buco da 150 milioni
La modifica è legata all’obbligo, entro il 1° gennaio 2028, di adeguarsi alla riforma Irpef nazionale, che riduce gli scaglioni da quattro a tre. Senza correttivi, la perdita di gettito per la Regione sarebbe di circa 150 milioni di euro ogni anno. E allora dove prendere i soldi? Meglio rivolgersi ai contribuenti “garantiti”: lavoratori dipendenti e pensionati.
Nuove aliquote Irpef su due scaglioni
La rimodulazione in esame prevede l’accorpamento del:
- Secondo scaglione (15.001 – 28.000 euro, oggi al 2,13%)
- Terzo scaglione (28.001 – 50.000 euro, oggi al 2,75%)
Il primo scaglione, fino a 15.000 euro, resterebbe escluso. Non è possibile intervenire sull’aliquota più alta (sopra i 50.000 euro), sulla quale è già applicato il prelievo massimo consentito.
Decisiva la parifica della Corte dei Conti
Ogni decisione sarà subordinata all’esito della parifica della Corte dei Conti, prevista per il 16 luglio 2025. L’intervento potrebbe essere formalizzato con l’assestamento di bilancio entro fine mese, oppure rinviato a dopo la pausa estiva.
Allarme politico sul peso fiscale per il ceto medio
Le opposizioni – M5S, PD e AVS – si oppongono all’aumento, temendo che penalizzi ulteriormente il ceto medio. I consiglieri chiedono trasparenza sui numeri e sulle tempistiche, sottolineando come le famiglie siano già colpite dal caro vita e dall’aumento delle imposte indirette.
