Lo stabilimento Stellantis di Cassino si ferma ancora. Nei giorni scorsi la direzione ha annunciato la sospensione delle attività di montaggio per due giorni: venerdì 19 e lunedì 22 settembre. Verniciatura e lastratura continueranno invece a lavorare. La produzione riprenderà martedì 23.
Il bilancio degli stop diventa sempre più pesante. Nei primi otto mesi del 2025 gli operai hanno lavorato soltanto 70 giorni su 144. I fermi sono stati 74. A settembre, con questo annuncio, le giornate di blocco salgono a quattro.
Trasferte in Serbia, adesioni minime
Per alleggerire la cassa integrazione, l’azienda aveva proposto una trasferta a Kragujevac, in Serbia, nello stabilimento dove nasce la nuova Fiat Grande Panda. L’offerta (la stessa fatta ai colleghi di Mirafiori e Termoli): stipendio pieno, indennità giornaliera di 70 euro, pasti inclusi.
Ma la risposta è stata un flop. A Cassino soltanto una decina di operai hanno dato disponibilità, contro i 100 richiesti da Stellantis. Una conferma che l’idea di spostarsi all’estero per mesi non convince i metalmeccanici italiani.
Una trasferta poco conveniente
Le ragioni del rifiuto sono concrete. I 70 euro al giorno, pur sommati allo stipendio pieno, non bastano a compensare settimane lontani da casa. Per molti significherebbe mantenere due abitazioni, affrontare spese di viaggio e gestire da lontano figli o genitori anziani. Anche chi ha analizzato il costo della vita in Serbia ha sottolineato che l’indennità copre a malapena le spese vive, senza rappresentare un vero guadagno extra.
C’è poi un aspetto di prospettiva. A Kragujevac la produzione della Grande Panda è ancora incerta e in salita lenta, mentre a Cassino si attende da tempo di sapere quale modello verrà assegnato dopo l’Alfa Romeo Stelvio. Molti lavoratori vedono quindi le trasferte come un diversivo momentaneo, che non offre garanzie reali sul futuro del sito laziale.
Pressioni su Filosa e Regione Lazio
Il malcontento cresce anche sul piano politico e sindacale. Al tavolo automotive della Regione Lazio, UGL ha chiesto il coinvolgimento del Consorzio Industriale per una strategia territoriale comune. Mentre Fiom-Cgil continua a chiedere un intervento economico a sostegno delle famiglie dei metalmeccanici, come integrazione agli ammortizzatori sociali pagati da INPS.
«Occorre che Regione e Governo facciano pressioni su Stellantis – spiegano Armando Valiani e Gerardo Minotti – per conoscere da Antonio Filosa i piani industriali e dare certezze a Cassino. Il nodo del costo dell’energia resta un ostacolo enorme».
Intanto anche a Mirafiori la proposta di trasferte divide. Fiom, Fim e Uilm hanno già messo in guardia: «Qui serve lavoro stabile e nuovi modelli, non trasferte mal pagate».



