Un ISEE più equo, in grado di rappresentare meglio la reale situazione economica delle famiglie italiane. È questo l’obiettivo della riforma allo studio del Governo in vista della Legge di Bilancio 2026. Tra le novità più rilevanti in discussione c’è l’ipotesi di escludere completamente la prima casa di proprietà dal calcolo dell’ISEE.
Un’ipotesi che dal 12 ottobre è qualcosa di più. Un vero è proprio “impegno politico”: quello preso dai leader di centro-destra riuniti in un vertice a cui hanno preso parte Tajani, Salvini, Meloni, Lupi e il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Lo riporta il quotidiano Il Giornale in edicola il 13 ottobre.
Una modifica che, se confermata, potrebbe abbassare sensibilmente l’indicatore per molte famiglie, facilitando l’accesso a bonus, agevolazioni e contributi legati alla condizione economica.
Perché il Governo vuole cambiare il calcolo dell’ISEE
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è lo strumento su cui si basano gran parte dei bonus e delle prestazioni assistenziali in Italia: dall’Assegno Unico alle agevolazioni sulle bollette, dal nido al bonus affitto, dalla Carta Acquisti all’Assegno di Inclusione.
Tuttavia, negli ultimi anni sono emerse numerose criticità, soprattutto per il cosiddetto ceto medio, che pur avendo redditi modesti si vede spesso escluso da misure di sostegno.
Uno dei nodi principali è rappresentato dal peso della prima casa. Anche se non genera reddito, il suo valore può infatti alzare l’indicatore ISEE oltre le soglie previste per l’accesso ai benefici.
Via la prima casa dal calcolo dell’ISEE
Oggi la prima casa non viene conteggiata per intero, ma ha comunque un impatto sull’indicatore. L’attuale normativa prevede:
- l’esclusione dei primi 52.000 euro dell’Imu, con una maggiorazione di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo;
- la valutazione di due terzi dell’importo eccedente la franchigia, ai fini del patrimonio.
Il Patto tra i leader del centro destra, che punta a modificare la normativa con la prossima Manovra di Bilancio, punta a eliminare del tutto la prima casa dal calcolo dell’ISEE. Questo renderebbe l’indicatore più favorevole per molte famiglie proprietarie, specialmente nei piccoli centri dove il valore catastale degli immobili può pesare più del reddito effettivo.
In base a quanto filtra la decisione consiste nell’esclusione della prima casa fino a un valore catastale di 100.000 euro dal calcolo ISEE a partire dal 2026.
La novità si affiancherebbe a un’altra esclusione già introdotta nel 2024, ovvero quella dei titoli di Stato e strumenti equivalenti (come buoni fruttiferi e libretti postali), fino a 50.000 euro per nucleo familiare. Un ulteriore passo verso un ISEE che tenga conto della reale capacità economica, senza penalizzare i piccoli risparmiatori né i proprietari di prima casa.
Più facile accedere ai bonus
Un ISEE più basso si traduce in un accesso più ampio e facilitato a moltissime misure, tra cui:
- Assegno unico e universale,
- Bonus asilo nido,
- Sconti su luce, gas e acqua,
- Esenzioni o riduzioni su mense scolastiche, trasporti, tasse universitarie,
- Assegno di inclusione e altre misure di sostegno economico.
L’impatto potenziale della riforma sarebbe particolarmente rilevante per i nuclei monoreddito, le famiglie numerose e chi vive in una prima casa di proprietà senza altri immobili.



