Il 4 ottobre diventa ufficialmente festa nazionale in onore di San Francesco d’Assisi. Ma attenzione: la stessa data resta anche solennità civile per Santa Caterina da Siena. Il risultato? Un pasticcio normativo che mette in difficoltà soprattutto le scuole, che dovrebbero organizzare attività… proprio in un giorno in cui resteranno chiuse.
A far presente le criticità è stato il Presidente della Repubblica.
Mattarella promulga la legge ma segnala criticità
L’8 ottobre 2025 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale dedicata a San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia.
La legge, approvata dalla Camera il 23 settembre e dal Senato il 1° ottobre, prevede che la giornata sia considerata festiva a tutti gli effetti, con chiusura degli uffici e osservanza del completo orario festivo nei luoghi di lavoro.
Tuttavia, nel firmare il provvedimento, Mattarella ha inviato una lettera ufficiale ai Presidenti delle Camere, sollevando perplessità significative sul testo, che presenta una contraddizione normativa di fondo.
Un doppio status per il 4 ottobre: festività nazionale e solennità civile
Il nodo principale riguarda il fatto che il 4 ottobre risulta ora qualificato dalla legge come:
- Festa nazionale in onore di San Francesco d’Assisi (nuova legge 2025);
- Solennità civile in onore di Santa Caterina da Siena (legge 132/1958 modificata).
Nella revisione normativa, infatti, il Parlamento ha rimosso dalla legge del 1958 i riferimenti a San Francesco, lasciando Santa Caterina da Siena come unica destinataria della precedente solennità civile, ma senza coordinare le due disposizioni.
Il risultato? Due normative diverse per la stessa giornata del 4 ottobre, con regimi giuridici differenti (festivo vs. solennità civile) e lo stesso obiettivo: celebrare i valori della pace, della fraternità, del dialogo tra culture e della tutela dell’ambiente, espressi da entrambi i Santi.
Il vero problema è nelle scuole
Il paradosso più evidente si verifica proprio nel mondo scolastico. Secondo entrambe le norme, infatti:
- per il giorno di San Francesco le scuole dovrebbero promuovere iniziative dedicate ai valori universali rappresentati dai due Santi;
- ma il 4 ottobre è ora un giorno festivo, quindi le scuole saranno chiuse.
Questo crea un cortocircuito normativo: le stesse leggi che incoraggiano le scuole a organizzare eventi formativi, impediscono di fatto lo svolgimento di tali iniziative nella data prevista.
Mattarella: “Serve una scelta chiara, legge da correggere”
Nella sua lettera alle Camere, il Presidente Mattarella ha invitato alla correzione del testo, sottolineando che:
“Appare evidente come la normativa che disciplina le due ricorrenze richieda interventi correttivi volti a coordinare tra loro i due testi normativi. In primo luogo devo far presente che la medesima giornata – il 4 ottobre – non può essere qualificata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile, anche perché, tra l’altro, da tali qualificazioni il nostro ordinamento fa discendere effetti diversi.”
Il Capo dello Stato ha quindi sollecitato il Parlamento a operare una scelta definitiva:
- Abrogare la solennità civile, considerata meno rilevante dal punto di vista giuridico;
- O chiarire se la giornata debba essere intitolata esclusivamente a San Francesco, oppure mantenere il riferimento anche a Santa Caterina.
Quali saranno gli effetti pratici?
Fin quando non ci sarà un intervento correttivo del legislatore, il 4 ottobre:
- sarà giorno festivo a tutti gli effetti: scuole chiuse, uffici chiusi, divieto di atti giuridici;
- ma resterà formalmente anche solennità civile per Santa Caterina, ma senza la possibilità di celebrare eventi pubblici quel giorno.
Questo scenario colpisce direttamente il mondo dell’istruzione, gli enti locali e tutte le realtà che ogni anno promuovevano attività educative e culturali legate ai due Patroni d’Italia.



