La settimana di 35 ore a parità di salario inizia a diventare realtà. Alla Schnellecke Italia, azienda della logistica che opera nella filiera automotive, durante il mese di ottobre la Fiom-Cgil ha firmato un accordo che riduce l’orario di lavoro senza toccare lo stipendio.
Dal 1° gennaio 2026, oltre 300 lavoratori passeranno a un orario medio compreso tra 32 e 35 ore settimanali, mantenendo tutte le indennità e le maggiorazioni previste dal contratto.
È un’intesa considerata “storica” dal sindacato, perché mostra che si può migliorare la qualità del lavoro anche in settori dove la produttività è alta e i margini contrattuali sono stretti.
Come funzionerà la riduzione delle ore
L’accordo introduce giornate libere retribuite che varieranno in base ai turni.
Chi lavora su tre turni avrà due venerdì liberi ogni tre settimane (media 32 ore settimanali).
I lavoratori su due turni avranno un venerdì libero ogni due settimane (33,8 ore), mentre chi opera su turno centrale scenderà a 35 ore.
Il salario pieno resta garantito, insieme a tutte le maggiorazioni contrattuali. Una scelta che punta a restituire tempo ai lavoratori senza sacrificare reddito e produttività.
Le richieste dei sindacati nel rinnovo del CCNL
La conquista arriva mentre è ancora aperta la trattativa per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria e Installazione di Impianti, scaduto il 30 giugno 2024.
La piattaforma unitaria di Fim, Fiom e Uilm mette al centro:
- la riduzione dell’orario a 35 ore settimanali a parità di salario,
- aumenti salariali reali per recuperare l’inflazione (280 euro),
- e maggiori tutele nella transizione digitale e ambientale, con diritto alla formazione retribuita.
Il confronto con Federmeccanica e Assistal è però ancora in salita.
La proposta di Federmeccanica e l’appello di De Palma
Le associazioni datoriali hanno proposto di arrivare alle 35 ore “a costo zero”, riducendo i PAR (permessi annui retribuiti). Una soluzione che Fim, Fiom e Uilm hanno bocciato, giudicandola “una riduzione solo sulla carta” e contraria al principio della parità salariale.
Nel frattempo, il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, ha lanciato un appello al governo: “Detassare gli accordi che riducono l’orario di lavoro per favorire intese innovative tra imprese e lavoratori”.
L’intervento, pronunciato nel corso di un’assemblea in Veneto alcune settimane fa, punta a introdurre un sostegno legislativo che renda concreta la settimana corta: senza incentivi fiscali, avverte De Palma, la riduzione dell’orario rischia di restare solo sulla carta.



