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Neanche 300 Euro in 6 Anni per Docenti e ATA: all’ARAN Salta Fuori la Beffa

La trattativa per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024 si trascina ormai da mesi, ma dalle ultime riunioni all’Aran è arrivata una doccia fredda per i lavoratori della scuola.

Durante la riunione del 31 ottobre, i sindacati hanno avuto conferma che non solo gli aumenti previsti per il triennio in rinnovo sono esigui, ma anche quelli del triennio successivo 2025-2027 saranno addirittura più bassi.

Tradotto in cifre: tra il 2022 e il 2027 — sei anni in totale — docenti e personale ATA potranno contare su meno di 300 euro lordi complessivi di incremento, senza alcun reale adeguamento al costo della vita.

Una prospettiva che, secondo le sigle sindacali, certifica il crollo del potere d’acquisto dei lavoratori della scuola e l’assenza di una politica retributiva capace di riconoscere l’impegno del personale del comparto istruzione e ricerca.

Gli aumenti 2022-2024 ancora bloccati

Durante la riunione del 9 ottobre, l’Aran aveva illustrato gli aumenti previsti per il triennio 2022-2024. Gli incrementi medi risultano in gran parte già anticipati in busta paga grazie al DL “Anticipi” n. 145/2023, che ha coperto oltre il 60% del totale.

Le somme residue (quelle ancora da percepire), tuttavia, sono minime: 25 euro netti per i collaboratori scolastici nel primo gradone e 53 euro per docenti e funzionari all’ultimo gradone.

Una volta applicate le ritenute fiscali e contributive, la crescita effettiva delle retribuzioni sarà quasi impercettibile, lasciando ancora una volta scoperti i lavoratori rispetto all’inflazione.

I nuovi aumenti 2025-2027: più bassi dei precedenti

Nell’incontro del 31 ottobre, l’Aran ha illustrato i valori ipotizzabili per il successivo rinnovo contrattuale 2025-2027. Le cifre previste — 135 euro medi mensili lordi per 13 mensilità, con 142 euro per i docenti e 104 euro per il personale ATA — se sommate a quelle del rinnovo 2022-2024, parliamo di circa 156 euro medie (lorde) fanno sì che non si arrivi neppure a 300 euro di aumento in 6 anni contrattuali. In realtà il periodo è ben più lungo visto che i rinnovo giungono con notevole ritardo.

Sindacati sul piede di guerra

A fronte di questi numeri, i sindacati hanno confermato la loro indisponibilità a firmare il contratto 2022-2024, chiedendo più risorse e un segnale politico dal governo. Questa linea è sostenuta soprattuto da Flc-Cgil, che scalda i motori in vista di una prossima proclamazione di sciopero.

Il confronto è aggiornato al 5 novembre, ma i segnali non sono dei migliori.

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