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ISEE 2026 più basso: i Titoli di Stato fino a 50.000€ diventano “invisibili” e fanno scendere l’indicatore

Ogni anno, tra dicembre e gennaio, milioni di famiglie devono rinnovare l’ISEE per continuare ad accedere a bonus, agevolazioni e prestazioni INPS. Ma questa volta c’è un dettaglio che in molti hanno dimenticato, e che rischia di far perdere opportunità preziose: dal 2025, i Titoli di Stato fino a 50.000 euro non ci vanno più inseriti.

Una modifica che può abbassare anche in modo significativo l’indicatore economico di un nucleo familiare, soprattutto per chi ha risparmi investiti in BOT, BTP, CCT, BTP Italia o BTP Valore.

Ed è proprio adesso, con il rinnovo ISEE alle porte, che questa novità torna a essere decisiva.

Esclusi titoli di Stato fino a 50.000 euro

La modifica introdotta ad aprile 2025 stabilisce che gli investimenti fino a 50.000 euro in Titoli di Stato non devono essere dichiarati nel patrimonio mobiliare ai fini dell’ISEE.

Significa che, anche se un cittadino possiede risparmi importanti investiti in buoni o obbligazioni statali, l’ISEE non aumenta per effetto di questi strumenti. In pratica, i titoli fino a 50.000 euro non vengono conteggiati.

Un cambiamento pensato per:

  • favorire il risparmio nazionale,
  • premiare chi investe in titoli pubblici,
  • evitare che il possesso di strumenti sicuri faccia salire l’indicatore economico e faccia perdere agevolazioni importanti.

Molti, però, non se ne sono accorti. Ed è proprio per questo che con il rinnovo dell’ISEE alle porte è importante tornare a parlarne.

Tra dicembre e gennaio si rinnova l’ISEE

L’ISEE ha validità fino al 31 dicembre, pertanto dal 1° gennaio è importane rinnovarlo. Inoltre, anche alcune prestazioni INPS ne richiedono l’aggiornamento a partire da gennaio: per questo motivo, il periodo tra fine anno e inizio anno nuovo è un momento cruciale.

Chi rinnova l’ISEE senza considerare l’esclusione dei Titoli di Stato potrebbe:

  • dichiarare un patrimonio mobiliare più alto del dovuto,
  • quindi ottenere un ISEE più alto,
  • di conseguenza perdere bonus o ottenere importi più bassi.

Ricordare questa regola significa dunque massimizzare le possibilità di accesso alle prestazioni.

Per quali bonus è utile l’esclusione dei titoli

L’esclusione dall’ISEE dei Titoli di Stato fino a 50.000 euro può incidere in due modi:

  1. Permette di rientrare sotto le soglie richieste per accedere ai bonus.
  2. Aumenta l’importo dei benefit che modulano la prestazione in base all’indicatore.

Infatti, per i contributi con soglia ISEE di accesso, un valore più basso può fare la differenza tra ottenere il bonus o esserne esclusi.

Per esempio, la Carta Acquisti, l’Assegno di Inclusione, il Supporto Formazione e Lavoro e la Carta Dedicata a Te, prevedono una soglia di sbarramento: chi supera la soglia prevista dalla normativa non può accedere al beneficio. Si tratta infatti di prestazioni dove un ISEE più alto di pochi centinaia di euro può far saltare l’idoneità.

Ma anche per i bonus senza soglia di sbarramento può essere utile avere un ISEE più basso. Prestazioni come l’Assegno Unico e il Bonus Nido, per esempio, modulano l’importo mensile in base all’ISEE: un indicatore più basso permette quindi di ottenere importi maggiori. Stesso discorso vale per le tasse universitarie, per il canone mensile della mensa scolastica e per i contributi regionali.

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