L’emergenza epidemiologica ha spinto molte aziende, in particolare quelle di più grandi dimensioni, ad un massiccio ricorso allo smart working. Ciò ha fatto emergere anche la necessità di innovare le regole di un mercato del lavoro in profonda evoluzione, a partire proprio dal lavoro agile. Uno degli aspetti principali che sarebbe utile regolare della disciplina introdotta nel 2017 è il diritto alla disconnessione del lavoratore, ovvero i momenti in cui il lavoratore può restare “scollegato” dagli strumenti tecnologici utilizzati per prestare la propria attività.
Ad evidenziare quale potrebbe essere la migliore soluzione per regolare tale diritto è il quotidiano economico Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“La soluzione più ragionevole (anche in questa delicata fase di emergenza sanitaria) in caso di criticità nella gestione del rapporto, sembra essere il ricorso a una pattuizione scritta delle modalità di esercizio del diritto alla disconnessione, per garantire un equilibrio di discipline comportamentali della forza lavoro”.
Dunque, attualmente, la legge sul lavoro agile (n. 81/2017) si limita a contenere un riferimento generico e indiretto a questa misura protettiva, rimettendo alle parti individuali il compito di regolare con un accordo il diritto di disconnessione e i tempi di lavoro in genere.
Manuel Baldi