Due diversi appuntamenti di protesta quelli organizzati dai sindacati che rappresentano il mondo Scuola, docenti, personale Ata, amministrativi.
Si parte giovedì 24 e venerdì 25 settembre con i sindacati di base USB, Unicobas, Cub, Cobas Sardegna e Osa che hanno indetto due giorni di scioperi e mobilitazioni della scuola e del settore educativo e scolastico, con la parola d’ordine “Curiamo la scuola”. Manifestazioni e presidi si terranno a Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Livorno, Pisa, Catania e in altri centri italiani.
La «doppia» astensione da lavoro, proclamata proprio in coincidenza dell’avvio dell’anno scolastico in alcune regioni (che avevano deciso di partire il 24 settembre), ha suscitato numerose critiche e la reazione, tutto sommato equilibrata, dell’Organo di controllo sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali (per approfondire clicca qui).
E poi arrivata la decisione – da molte parti definita “più responsabile” – dei sindacati “confederali” FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams di aderire a Roma, in piazza del Popolo, sabato 26 settembre, insieme ad altre espressioni associative delle famiglie e del mondo scolastico, alla Manifestazione indetta dal comitato “Priorità alla scuola”.
Con un comunicato le cinque sigle sindacali chiedono al Governo di voler porre al centro dell’agenda politica temi strategici come la “destinazione delle risorse del Recovery fund” a istruzione e formazione; la definizione di un programma nazionale per realizzare “edifici scolastici sicuri e adeguati a una didattica innovativa”; maggiore supporto “svolgimento in sicurezza delle attività didattiche, evitando il rischio di nuove chiusure”; completamento “nel più breve tempo possibile le nomine del personale docente e ATA – con le dovute garanzie di legittimità e riconoscimento di diritti lavorativi e sindacali”.