Il “lockdown” soft su tre fasce istituito col Dpcm del 3 novembre ha come primo obiettivo quello di indurre gli italiani a cambiare le proprie abitudini ed evitare le occasioni di incontro e quindi il rischio di contagio da Covid19.
Già da questi primissimi giorni tuttavia si registra un cambio di passo nelle abitudini, che ha un evidente riflesso verso i consumi, trasporti, lavoro. Ad evidenziarlo è Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“La prima fotografia arriva dal rapporto sugli spostamenti realizzato da Google che, grazie a milioni di dati anonimi processati (gli stessi su cui si basa, per esempio, la stima degli orari di punta), già il 3 novembre ha registrato in Italia un calo dei movimenti: in media del 24% verso luoghi di retail e tempo libero, tra cui bar e ristoranti; del 35% verso gli hub del trasporto pubblico (stazioni e metropolitane); del 27% verso i luoghi di lavoro. In salita solo i movimenti verso le aree residenziali (+11%). I dati, calcolati rispetto a un valore mediano riferito ad un periodo di “normalità” (3 gennaio-6 febbraio 2020), diventano ancora più negativi nelle Regioni che il Dpcm ha poi inserito in zona rossa: in Lombardia gli spostamenti verso i trasporti il 3 novembre facevano segnare un -44%, quelli verso i luoghi di lavoro erano in calo del 31 per cento”.