Slitta l’approvazione, programmata per oggi, del Decreto Ristori quater. Ma i tempi sono comunque strettissimi. Il provvedimento deve essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 30 novembre perché è finalizzato alla proroga di una serie di scadenze fiscali che riguardano il lavoro autonomo imprenditoriale e le partite Iva individuali (ne parlavano ieri in questo articolo).
Col decreto quater arriveranno anche gli attesi ristori per le categoria finora escluse. Ma come sottolinea anche il manifesto in edicola oggi ci sono altre novità che riguardano i Codici Ateco:
“Nella risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio (278 voti con i sì arrivati dal centrodestra, 4 astensioni, 4 contrari) è stata prospettata la modifica dei criteri usati per i «ristori» fino ad ora e si prospetta il superamento dei codici Ateco e delle restrizioni su base regionale, oltre all’ampliamento della moratoria fiscale. Nel testo si legge anche che è «necessario avviare un confronto per la definizione di un meccanismo organico di natura perequativa che vada oltre le aree di rischio pandemico e i codici Ateco e si basi sul rimborso di parte dei costi fissi, prevedendo la possibilità di attribuire i ristori anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che non ne hanno beneficiato». Si tratta, nello specifico, di tutte quelle partite Iva che lavorano nell’economia dei servizi e non sono necessariamente titolari di un negozio o di un ristorante che sono stati costretti a chiudere dai Dpcm per limitare la mobilità delle persone che fanno shopping o vanno a pranzo o a cena e dunque la diffusione del Covid”.