“Tredicesime più leggere per almeno 6,7 milioni di dipendenti del settore privato che quest’anno hanno usufruito della cassa integrazione”.
Lo spiega Ivana Veronese Segretaria Confederale UIL in una nota stampa diffusa ieri: ”quando si è posti in cassa integrazione a zero ore, non vi è solo la riduzione dello stipendio, ma non si maturano neanche i ratei della tredicesima e quattordicesima mensilità”.
“Su uno stipendio lordo di 21.700 euro – continua la nota – mediamente stando in cassa integrazione la mancata maturazione di un rateo della tredicesima ammonta a 139 euro medi pro capite (l’8,3% dell’importo), su un importo lordo della tredicesima pari a 1.670 euro.
I numeri ce li offre un’analisi condotta dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL che prende in considerazione 4 ipotesi.
Ipotesi 1 “se si analizza un dipendente con due mesi di cassa integrazione a zero ore, ad esempio, nel periodo tra aprile e maggio, quando le ore di cassa integrazione autorizzate furono quasi 1,7 miliardi (il 44% delle ore totali autorizzate) la perdita della tredicesima ammonta 278 euro medi (il 16,6% dell’importo)”.
Ipotesi 2 “un dipendente con quattro mesi di cassa integrazione a zero ore sulla propria tredicesima si vedrà decurtati 556 euro medi (il 33,3% dell’importo)”.
Ipotesi 3 “con sei mesi di integrazione salariale a zero ore la decurtazione ammonta a 834 euro medi (il 49,9% del totale)”.
Ipotesi 4 “se un dipendente è stato posto in cassa integrazione da aprile a dicembre, la decurtazione della sua tredicesima ammonterà a 1.503 euro medi (il 90% del totale)”.