La didattica in presenza stenta a ripartire, solo 5 Regioni hanno deciso di riaprire i portoni delle Scuole la settimana prossima e così inizia a porsi il problema della legittimità di questa decisione, che ormai non è più da imputare al Governo (che col Decreto ponte aveva disposto la riapertura l’11 gennaio al 50% delle presenze) ma alle singole Regioni.
Il Sole 24 Ore in edicola oggi ha intervistato Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale che ha espresso queste considerazioni:
“La scuola non è solo didattica ma anche interazione con gli insegnanti e tra gli studenti, oltre ad essere il principale strumento per l’attuazione del dettato costituzionale laddove nel secondo comma dell’articolo 3 si specifica che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Con il perseverare della didattica a distanza si lede il principio dell’uguaglianza sostanziale, ossia la parità delle condizioni di partenza”.
Secondo Mirabelli da troppo tempo si è ecceduto con la didattica a distanza: ”ci sono altre soluzioni per tutelare la salute pubblica senza ledere del tutto il diritto all’istruzione: ad esempio prevedere la didattica in presenza a settimane alterne e una rotazione di orari di ingresso con lezioni anche pomeridiane. La scuola è aperta a tutti, recita la Costituzione. E anche non volendo interpretare questo dettato come apertura fisica, è chiaro che lo strumento della didattica a distanza lede il principio della parità delle condizioni di partenza: in molte realtà familiari e sociali non è possibile l’accesso agli strumenti informatici richiesti per la didattica a distanza, e questo accentua le disparità di partenza”.