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Scuola: in classe fino a giugno, ecco chi dice no. Lezioni nei “centri estivi”

Nel secondo giro di consultazioni avvenuto ieri, il premier incaricato Mario Draghi ha affermato di voler allungare il calendario scolastico fino a fine giugno per recuperare il gap e le carenze di apprendimento causati dalla Dad. Questa proposta ha trovato pieno appoggio non solo nei leader delle forze parlamentari, che si sono detti favorevoli a far proseguire le lezioni anche in estate, ma anche dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che con il suo Presidente Antonio Decaro, ha fatto sapere di essere disponibile a mettere “a disposizione i centri estivi dei comuni per recuperare il gap scolastico” e dare così “ai ragazzi un ristoro educativo”.

Tuttavia, non tutti sono d’accordo con questa linea di intervento. Come conferma Il Sole 24 Ore alcune sigle sindacali come Anief, Snals, Gilda e Uil non appoggeranno il “quasi premier” in questa linea programmatica sostenendo che “con la didattica a distanza non si è perso tempo e anche con la Dad l’attività di insegnamento è andata avanti”.

Più in generale il sindacato sostiene che il ristoro formativo vada introdotto laddove ce ne sia effettivamente bisogno, con interventi mirati e non con provvedimenti generalizzati.

Sembrerebbe dunque che si dovrà attendere per conoscere gli sviluppi riguardo questa linea di intervento, quel che è certo, però, è che i primi studi a livello internazionale mostrano un divario formativo del 30-50% soprattutto nelle materie scientifiche e linguistiche.

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