Il giro di consultazioni di Mario Draghi, premier in pectore, è oramai agli sgoccioli e si fa sempre più intenso il dibattito sul toto-ministri. L’avvicendamento al Ministero del Lavoro è cosa ormai nota, con l’uscita della pentastellata Nunzia Catalfo, presa di mira dai partiti che puntano a rappresentare il mondo produttivo come Lega e Italia Viva, convinti che sia arrivato il momento che a “via Veneto” segga qualcuno che non sia eccessivamente sbilanciato verso la politica dei sussidi.
E così, oltre ai nomi dell’ex Ministro del Lavoro – del Governo Enrico Letta – lo statistico Enrico Giovannini e dell’economista Tito Boeri, ex presidente Inps, spunta oggi un nuovo nome. A proporlo è il Corriere della Sera sulla cui pagine si legge che “Al Welfare è in campo Roberto Rossini, presidente della Acli“.
Nulla di più aggiunge il quotidiano milanese se non che, a quel punto Enrico Giovannini sarebbe destinato al nuovo Ministero della Transizione ecologica voluto da Beppe Grillo per tenere buona la base – non proprio convinta dell’appoggio all’ex governatore BCE – , e sul quale vi sarebbe la disponibilità dello stesso Draghi.
Ma chi è Roberto Rossini? Non proprio un volto noto negli ambienti politici (ma forse proprio questo potrebbe piacere a Draghi), quanto una figura di primissimo piano del mondo dell’associazionismo cattolico. Bresciano, nato nel 1964, Rossini è docente di diritto e metodologia della ricerca sociale presso l’istituto Maddalena di Canossa della sua città. E’ in Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) dal 1994 e ricopre la carica di Presidente nazionale dal 2016.