Il premier incaricato Mario Draghi ha fatto sapere durante il secondo giro di consultazioni con le forze politiche che uno dei punti principali del suo programma è prolungare le lezioni fino a fine giugno, per colmare il gap di apprendimento causato dalla pandemia Covid-19. Se in un primo momento i sindacati di categoria (quelli che rappresentano il personale scolastico) si erano opposti a questa linea di intervento, ecco che sembra arrivare un primo spiraglio di apertura, soprattutto da parte di Cisl, Confederazione che al proprio interno vanta la categoria Cisl Scuola.
A far luce su questa novità ci pensa Il Sole 24 Ore, in edicola oggi, che riporta le parole di Annamaria Furlan, leader di Cisl, nella sua intervista a Rai 1: “«La Cisl darà la disponibilità, ma è un argomento da attivare attraverso un confronto. Può esservi questa necessità, ma va valutata bene rispetto al chi e al come. Se si rivelerà necessaria l’apertura e servirà a recuperare le lacune dei ragazzi tutti dobbiamo dirci responsabili»”.
Sembrerebbe dunque che via siano margini per cui la proposta dell’ex presidente della Bce Mario Draghi possa trovare sostegno anche tra i sindacati, che tuttavia mettono alcuni “paletti”, precisando che non dovrà attuarsi in maniera generalizzata ma solo laddove ce ne sia effettivamente bisogno.