È tempo che le istituzioni politiche, imprenditoriali, sociali, affrontino con urgenza la problematica a 360 gradi, anche alla luce della transizione energetica in atto – prosegue De Masi – Non bastano, infatti, solo i comportamenti virtuosi del consumatore. Non servono solo sostegni economici, ma anche sostegni per interventi tecnologici, come è emerso nel corso della Conferenza internazionale organizzata da Adiconsum per il progetto STEP-IN sulla povertà energetica, nell’ambito del Programma europeo “Horizon 2020”.
La collaborazione tra i vari stakeholders quale strategia per condurre in modo efficace la lotta alla povertà energetica è fondamentale ed è stata anche richiamata nella Raccomandazione pubblicata lo scorso ottobre dalla Commissione europea – continua De Masi – Nel documento, la Commissione, infatti, oltre ad indicare gli strumenti per misurare la povertà energetica e per definire che cosa si deve intendere per “numero significativo di famiglie in povertà energetica”, ha anche invitato gli Stati membri ad affrontare la problematica in stretta cooperazione con tutti i livelli (amministrativo, sociale, istituzionale, ecc.) e a condividere le best practice ottenute tra i vari Paesi.
Infine, e non ultimo, – conclude De Masi – non viene mai sottolineato abbastanza che la povertà energetica non ha risvolti solo di carattere economico sul consumatore, ma ha ripercussioni anche sulla sua sfera sociale e sulla sua salute mentale e fisica. Per scongiurarli, i costi della transizione energetica non devono ricadere sui consumatori. Nessuno deve rimanere escluso dall’accesso all’energia.
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Fonte: cisl.it