8 Marzo 2021 – “Le donne hanno dimostrato di avere tanta forza, affrontando in questo ultimo anno vecchie e nuove sfide. Bisogna ripartire dal lavoro: un lavoro sicuro e di qualità” ha dichiarato Daniela Fumarola, Segretaria confederale Cisl nel corso del suo intervento all’iniziativa di Cgil, Cisl, Uil e Cnel per la Giornata internazionale della donna. “La crisi pandemica ha riportato l’occupazione femminile sotto il 50% rispetto al 50,1% a fine 2019, ma i divari territoriali ci descrivono un Paese diviso in due ancora prima della crisi. Perché questo 50% si componeva del 60,2% al nord e del 33,2 al sud. Credo che si possa affiancare un’altra parola al lavoro cioè la parola forza, perché penso che le donne in questo anno abbiamo dimostrato tanta forza, hanno dovuto affrontare vecchie e nuove sfide a partire dalle inedite forme di lavoro, come la didattica a distanza, la cura della famiglia ma anche il dramma della perdita del lavoro, di un reddito che le ha costrette a dover accettare la necessità di dipendere economicamente dalla famiglia o dal compagno. Questa forza però non è inesauribile e va rinvigorita, quindi bisogna ripartire dal lavoro, come da tempo sottolineiamo”.
E ha ricordato come gli ammortizzatori sociali siano stati fondamentali “per garantire il reddito e tenere agganciate le persone al mondo del lavoro. Ma serve il lavoro, un lavoro sicuro, – ha precisato – il lavoro che noi abbiamo protetto con gli accordi che abbiamo fatto sulla salute e la sicurezza, accordi che abbiamo chiesto in questi giorni di aggiornare, per far diventare anche i luoghi di lavoro degli hub per i piani vaccinali. Ma un lavoro sicuro significa anche qualità del rapporto di lavoro che deve essere stabile, dove il part time e lo smart working devono essere una scelta volontaria. Un lavoro ben contrattualizzato che tenga conto della necessità di rinforzare gli strumenti che devono agevolare la condivisione del lavoro di cura tra uomini e donne. E in grado di trovare delle risposte appropriate alle problematiche che sono state vissute in questo anno tremendo. Lo smart working è stato una opportunità ma è stato molto spesso anche un problema, per questo deve essere riportato all’interno del recinto della contrattazione. E bisogna contrattare nuovi diritti e nuove tutele a partire dalla distinzione del tempo di vita da quello del lavoro, dal diritto alla privacy al diritto alla disconnessione. Dalla necessità che il datore di lavoro fornisca dspositivi per realizzarlo e metta a disposizione anche un tempo per la formazione, alla individuazione dei carichi di lavoro con orari massimi e ben definiti, dal rischio, che deve essere assolutamente evitato, del burn out familiare. Sappiamo che esistono anche altre difficolta e problemi, esiste ad esempio il forte divario salariale tra uomini e donne. Le donne, a parità di incarichi e mansioni, continuano a guadagnare mediamente il 15% degli uomini. E per recuperare queso gap ci ci vorranno 257anni una enormità. , circa 14mila euro La assoluta centralità e del valore della persona , da difendere, da promuovere, si realizza attraverso il lavoro. Oggi abbiamo la progettualità sociale e le risorse del recovery plan per raccogliere questa sfida. Dobbiamo gestire la crisi insieme e insieme riprogettare il futuro di questo grande paese”.
Continua a leggere qui
Fonte: cisl.it