Sono stati diffusi oggi, nell’ambito di una conferenza stampa, i risultati della 157° indagine Congiunturale di Federmeccanica–Confindustria sull’Industria Metalmeccanica.
A presentare l’indagine sono stati Alberto Dal Poz – Presidente di Federmeccanica -, Fabio Astori – Vice Presidente di Federmeccanica -, Stefano Franchi – Direttore Generale di Federmeccanica- e Angelo Megaro – Direttore del Centro Studi di Federmeccanica.
OCCUPAZIONE E PANDEMIA
Dall’indagine emerge che sul fronte occupazionale la grande industria ha perso l’1,3% della forza lavoro durante tutto il 2020. Si tratta di 10.000 posti di lavoro in meno su circa 1 milione e 600mila lavoratori del 2019.
Un dato “falsato dal blocco dei licenziamenti“ – è stato evidenziato da Federmeccanica – che in realtà ha colpito soprattutto i lavoratori con contratto a tempo determinato con le mancate proroghe e rinnovi.
Ciò significa che se non fosse stato imposto un blocco per legge, nel 2020 in piena pandemia si sarebbe andati incontro a migliaia di Licenziamenti economici. Certo il problema è solo rinviato a quando cesserò il blocco dei licenziamenti, per ora in scadenza al 31 marzo ma che il Governo ha già fatto sapere di voler prorogare. L’ipotesi più accreditata è una proroga al 30 giugno che Confindustria vorrebbe “selettiva”, cioè limitata solo ai settori chiusi per legge. La metalmeccanica e l’installazione d’impianti quindi sarebbero esclusi.
dato che nelle aziende – a causa della crisi che ha alterato l’andamento della produzione – è presente una parte di manodopera in esubero, la quale verrà probabilmente espulsa una volta che si procederà allo sblocco dei licenziamenti, che sembrerebbe previsto per il 30 giugno.
LICENZIAMENTI
Durante la conferenza sono stati discussi i dati occupazionali riguardanti la grande industria metalmeccanica, dai quali possiamo trarre alcune importanti novità per i lavoratori del settore, sia per quanto concerne il tema dei licenziamenti che un eventuale piano vaccinale per i dipendenti delle aziende.
Per quanto riguarda il futuro, è stato evidenziato che la dinamica occupazionale dipenderà dall’“andamento della pandemia e dalla campagna vaccinale“, ma “se la situazione dovesse evolvere al meglio non si dovrebbe registrare o avere un forte impatto sul dato occupazionale”, che tuttavia sarà tarato sulla base all’andamento della produzione industriale più in generale.
EFFETTO SOSTITUZIONE E LICENZIAMENTI
Ciò che deve preoccupare i lavoratori metalmeccanici è il cosiddetto “effetto di sostituzione“. Vale a dire la pioggia di licenziamenti che potrebbe derivare dall’esigenza delle aziende di riorganizzarsi per meglio adattarsi alle mutate richieste del mercato e alle nuove dinamiche commerciali.
“Cambia il modo di produrre e cambiano i prodotti, dunque è necessario che si consenta anche un ricambio delle figure professionali occupate all’interno delle imprese”, fanno sapere da Federmeccanica.
Dunque, l’evoluzione in atto incide sui metodi di produzione fino al punto da richiedere figure professionali nuove e diversamente specializzate.
Figure professionali nuove, e più funzionali al mercato, che andrebbero a sostituire quelle in esubero o comunque addette a mansioni “improduttive”. Con questi ricambi avverrà probabilmente un numero importante di licenziamenti che evidentemente non siamo in grado di preventivare, ma che in tutta probabilità colpiranno soprattutto i lavoratori più vicini al pensionamento sui quali le aziende stentano ad investire in percorsi di riqualificazione, le unità produttive meno efficienti, ecc.
Per quanto riguarda la possibilità di portare a termine un piano vaccinale nelle aziende per i dipendenti, Federmeccanica – in linea con la posizione di Confindustria – si è detta disponibile a supportare tale progetto, qualora il Governo risolva il “problema degli approvvigionamenti” (disponibilità di dosi del vaccino, oggi carenti) e nelle aziende vi siano le condizioni necessarie per sostenerlo.
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