Esclusi da ogni decisione del Governo di essere inseriti tra le categorie che hanno prioritariamente diritto al vaccino, le lavoratrici e i lavoratori dei supermercati sono sul piede di guerra fino al punto che in Sicilia hanno deciso di restare chiusi per protesta nel giorno di Pasqua e Pasquetta.
Commessi, cassieri, magazzinieri, banconisti, ecc. da mesi lavorano senza sosta perchè il servizio di vendita di beni alimentari è considerato ‘attività essenziale’. Assumendosi ogni giorno il rischio di essere contagiati nonostante le misure di sicurezza messe in campo dalle aziende, perchè – si sa – il virus è imprevedibile e questo lo abbiamo imparato col tempo.
Ma non sembra averlo capito fino in fondo il Governo quando si getta uno sguardo su questo ambito lavorativo. Questi lavoratori infatti continuano ad essere esclusi da ogni inserimento prioritario nel piano vaccinale, avviato oramai da gennaio. Nè sembra interessare l’idea di vaccinare questa platea per contrastare la diffusione del Covid-19 in luoghi pubblici comunque frequentati anche da clienti e famiglie.
Pochi giorni fa un commesso e un direttore di due supermercati romani sono morti dopo aver contratto il virus. Prima Riccardo, impiegato al Carrefour di via Po, poi Rudy Reale, direttore del Todis di viale Marconi. Entrambi hanno perso la battaglia contro il Covid. Ma il quotidiano Il Messaggero parla di almeno 20 casi positivi tra i dipendenti dei supermercati romani.
In Sicilia dunque, primo territorio a prendere questa iniziativa, moltissimi punti vendita terranno le serrande abbassate per protesta proprio nel giorno di Pasqua e Pasquetta per l’intero turno lavorativo. A proclamare lo sciopero sono state le principali organizzazioni sindacali, tra cui la Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, che da mesi chiedono maggiore attenzione al Governo e alle altre Istituzioni.
“I sindacati – scrivono in un post su Facebook i sindacati siciliani – auspicavano un’urgente ordinanza, tenuto conto, peraltro, che quando si sono dichiarate prioritarie alcune categorie di lavoratori ai fini della campagna vaccinale, non sono stati fatti rientrare i lavoratori del commercio che, proprio in virtù dell’attività essenziale che sono stati chiamati a svolgere anche durante il lockdown, sono tra i più esposti al rischio contagio”.
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