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Calo dei consumi, Il Sole 24 Ore: spesa scende ai livelli di 24 anni fa

Gli ultimi dati Istat sui consumi e la spesa delle famiglie disegnano un quadro drammatico della situazione italiana: la crisi che ha colpito le famiglie ha inciso in maniera estremamente negativa sulla spesa, riportando i consumi indietro a 24 anni fa.

In un articolo de Il Sole 24 Ore in edicola oggi a proposito di un’analisi fatta sui dati Istat si legge:

I consumi delle famiglie italiane sono tornati ai livelli del 1997. In base agli ultimi conti nazionali Istat, attualizzati ai prezzi del 2020, la spesa finale interna è crollata del 12,3% l’anno scorso. Un duro colpo che riporta il dato a prezzi costanti indietro di 24 anni. In attesa dell’effetto delle prime riaperture annunciate, a partire da fine aprile, finora l’impatto delle restrizioni e i cambiamenti imposti dalla pandemia si sono abbattuti in modo differente nei diversi settori economici. L’unico a chiudere il 2020 con una variazione positiva sull’anno precedente è stato l’alimentare“.

La gravità dei dati rilevati viene sottolineata da Il Sole 24 Ore, dal momento che si tratta del “calo più marcato mai registrato” dall’inizio delle indagini Istat. Non tutti i settori sono stati colpiti dalla crisi allo stesso modo, ma certamente quello turistico – con alberghi e ristoranti in prima fila – è l’ambito che sta soffrendo maggiormente questo periodo di emergenza sanitaria, con un calo in termini reali che nel 2020 è stato superiore al 40%. In generale, sono stati penalizzati tutti i servizi, in particolare quelli legati a cultura, trasporti e tempo libero, fortemente limitati dalle restrizioni imposte dal Governo, quali il coprifuoco e la divisione dell’Italia in zone sulla base dei contagi.

Incerte sono anche le aspettative di ripresa. Con le riaperture e la ripresa delle attività potrebbe configurarsi un’impennata dei consumi, anche se – come riporta il quotidiano economico e finanziario – nel Documento di Economia e Finanza approvato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri si legge a commento che “la situazione patrimoniale delle famiglie, pur confermandosi solida, si è deteriorata“, per cui non vi è la certezza che le famiglie decidano di spendere la quota di reddito destinata al risparmio. Fermo restando che un incremento ‘fisiologico’ dei consumi ci sarà per il solo fatto che attività commerciali chiuse a breve riapriranno.

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