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“Personale sanitario voleva impormi il vaccino AstraZeneca”, il racconto. Ma il Ministero della Salute dice altro

E’ Far West sulle vaccinazioni da AstraZeneca a più di 10 giorni di distanza dai provvedimenti del Ministero della Salute e del Commissario Straordinario all’emergenza gen. Figliuolo che fanno chiarezza sull’uso del vaccino della casa farmaceutica anglo-svedese.

Ce lo dimostra la tragica vicenda successa ad una nostra lettrice, che per tenere riservata la sua identità e per semplicità chiameremo Roberta.

Roberta, lavoratrice di 31 anni, è madre di un bambino disabile al 100% che ha chiesto di essere vaccinata con priorità come previsto dall’Ordinanza ‘Figliuolo’ n. 6/2021 che riconosce il diritto, in questa fase, alle “persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni contenute alla Categoria 1, Tabella 1 e 2 delle citate Raccomandazioni ad interim, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari”.

Quindi munita di apposita prenotazione ricevuta via sms si è recata presso il centro vaccinazioni del Policlinico Umberto I, a Roma, questa mattina per sottoporsi all’inoculazione.

“Mi sono recata al centro – ci dice Roberta – con la consapevolezza che il personale sanitario, vista la mia età, non mi avrebbe proposto il vaccino AstraZeneca, che il Ministero della Salute e AIFA hanno raccomandato solo per coloro che hanno più di 60 anni“.

In effetti è così. La circolare n. 7/2021 del Ministro della Salute dice che su parere del Comitato Tecnico Scientifico, AIFA (autorità italiana del farmaco) e Istituto Superiore di Sanità “sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da COVID-19 nelle fasce di età più avanzate, si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”.

“Nonostante i ministeri dicano una cosa poi nei centri vaccinali avviene tutto e il contrario di tutto”, puntualizza Roberta. “Innanzitutto non mi hanno chiesto né documenti né tessera sanitaria, né sms di ricevuta, fino al punto che ho immaginato che lì in quel momento poteva esserci anche un’altra persona al posto mio. Poi mi hanno fatto firmare un documento dove c’era scritto sù ‘AstraZeneca’ (vedi foto, ndr) con la precisazione, dietro mia insistente richiesta, che sarebbe stato il personale medico addetto all’inoculazione che eventualmente avrebbe potuto prendere una decisione diversa”.

Diversa decisione che non è arrivata: “mi hanno detto che per me c’era solo AstraZeneca e che la mia età non importava. E poi, ancor più grave, mi hanno detto che mi avrebbero fatto il vaccino AstraZeneca pur ammettendo di avere a disposizione anche dosi di altri vaccini“, ci racconta con commozione Roberta che aggiunge “ovviamente non ci penso proprio a sottopormi a un vaccino che gli esperti danno a rischio trombosi, anche se raro, proprio per le donne “.

Una storia davvero incredibile, che rivela il contrario di quello che la politica e il Governo ci stanno dicendo da giorni. Da ultimo le parole del Ministro della Salute Roberto Speranza, nella conferenza stampa di venerdì scorso, dice:

“AstraZeneca è un vaccino efficace e sicuro su cui noi continuiamo a puntare. L’evidenza scientifica ci ha portato ad una raccomandazione di natura anagrafica, quindi in queste ore il vaccino è utilizzato sopra i 60 anni ed intendiamo continuare ad utilizzarlo”.

A questo punto una indicazione più chiara e convincente, e meno discrezionale, verso il personale sanitario sul corretto uso del vaccino nei centri vaccinali appare quantomeno necessaria per non far scivolare ai bassi livelli della mala sanità anche queste delicatissime operazioni che dovranno portare, nei prossimi mesi, a mettere in protezione quanti più cittadini possibili.

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