“Gli spari contro i pescherecci della flotta di Mazara del Vallo, da parte di una motovedetta della guardia costiera libica, a 75 miglia a nord est di Tripoli, rappresentano l’ennesima aggressione ai nostri pescatori, che anziché lavorare in sicurezza devono quotidianamente affrontare i rischi di una situazione geopolitica allarmante. Ci risulta infatti che già alcuni giorni fa un’imbarcazione della nostra Marina Militare aveva scongiurato il sequestro di un altro peschereccio al largo di Bengasi. Siamo vicini al comandante del peschereccio Aliseo, Giuseppe Giacalone, rimasto ferito, a tutti i lavoratori coinvolti e alle loro famiglie, e torniamo a segnalare che tra concorrenza sleale e relazioni internazionali deteriorate nell’area del Mediterraneo, l’Italia rischia di trascurare~ una parte del settore pesca strategica per l’economia del Sud e di tutto il Paese”.
Lo affermano in una nota il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota e il segretario nazionale Patrizio Giorni.
“C’è davvero bisogno – aggiungono i sindacalisti – che le istituzioni e tutti gli attori coinvolti facciano la propria parte per ripristinare una situazione di normalità, anche approvando e applicando leggi in grado di ampliare i diritti dello Stato su attività economiche come la pesca, come affermato nella proposta di legge per l’istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale. Le attenzioni mostrate recentemente dal Presidente Draghi e dal Ministro Di Maio sui rapporti con la Libia, devono assolutamente contenere anche soluzioni per tutelare le nostre marinerie, spingendo l’Europa a stringere un accordo chiaro con cui mettere in sicurezza i pescatori ed evitare il ripetersi di simili vicende. Un grande grazie va alla Marina Militare italiana, intervenuta in tempo per portare in salvo le imbarcazioni: così facendo, è stata scongiurata la replica di quanto accaduto già in occasione del sequestro dei 18 pescatori liberati lo scorso dicembre dopo 108 giorni, un incubo che nessuno desidera rivivere”.
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Fonte: cisl.it