L’ultima traccia che fa riaccendere le speranze di Piera Maggio, madre di Denise Pipitone scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004, viene da Scalea, una cittadina di mare della provincia di Cosenza.
Qui un’artigiana parrucchiera, Grazia Bonanno, titolare di un salone, durante un colloquio di lavoro sostiene di aver conosciuto una ragazza di 19 anni (Denise Pipitone oggi ne avrebbe quasi 21) che si chiama proprio Denise.
“Mi ha detto di chiamarsi Denise e di essere italiana” racconta a Gazzetta del Sud la parrucchiera. “È qui da quattro mesi, dice di non sapere dove è nata. A me ha detto di essere un po’ calabrese, un po’ di Roma, un po’ di Firenze… E mi ha anche confidato che il padre le è morto quando aveva sette anni. Ha i capelli rosa e avrebbe voluto lavorare nel mio salone di bellezza. Quando si è allontanata con la famiglia rom di cui era in compagnia ho chiamato i carabinieri. Non so se è lei: io l’ho pensato osservando i tratti somatici, la cicatrice su una guancia e la fossetta che mi è sembrata uguale a quella del padre di Denise Pipitone. Anche se non dovesse essere Denise mi auguro che si scopra chi è e se ha bisogno di aiuto”.
Stando a quanto trapela pare che la ragazza sia in possesso di doppi documenti d’identità, uno rilasciato dalle autorità italiane e l’altro da quelle romene.
Sul caso in queste ore è catalizzata l’attenzione dei media nazionali per via della diretta analogia riscontrata dall’artigiana, sulla quale sono in corso accertamenti, e anche perché l’unico avvistamento riconducibile a Denise dopo la sua scomparsa è quello assai noto del filmato girato da una guardia giurata, a Milano, che incontrò una donna rom in compagnia di una bambina, a lei molto somigliante, di nome ‘Danàs’.
L’intervista completa alla parrucchiera di Scalea sull’edizione di domani di Gazzetta del Sud.
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