Il Governo fermerà i licenziamenti dei lavoratori a tempo indeterminato prorogando ancora una volta il blocco che va avanti dal marzo 2020 e che scade il prossimo 30 giugno? Oppure non interverrà lasciando che le imprese tornino alle regole ordinarie sui licenziamenti senza divieti di legge? Se lo domandano da giorni milioni di lavoratori dell’industria e dell’edilizia che dal 1° luglio potranno contare su una forma di tutela in meno, in una fase pandemica non ancora tramontata ed incerta per via delle varianti Covid.
Se lo domandano anche i sindacati Cgil, Cisl, Uil che hanno convocato una manifestazione nazionale per il prossimo 26 giugno e attendono che il Governo faccia un passo in avanti, magari con un decreto che fermi subito gli effetti dei licenziamenti “fino al 31 ottobre, in attesa di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali che metta al sicuro tutti i lavoratori”, dicono.
Secondo quanto svela Il Fatto Quotidiano in edicola oggi il Governo sarebbe orientato a prendere in mano la situazione, che i partiti con riescono a gestire in Parlamento nella discussione sul decreto Sostegni bis, e varare un decreto che stabilisce una proroga selettiva del divieto di licenziamento:
“a Palazzo Chigi stanno lavorando ad un decreto, che proroghi il blocco selettivamente, per il tessile e per le grandi crisi aziendali. Un accordo con la maggioranza Mario Draghi l’ha cercato dall’inizio e di certo dovrà blindarlo in questi giorni. Anche stabilendo i tempi della proroga. Che le cose non siano ancora tutte risolte lo dice anche il diverso comportamento dei partiti. Perchè se Pd, Cinque Stelle e Leu si sono espressi – anche presentando degli emendamenti segnalati – sulla proroga, almeno selettiva, il resto della maggioranza ha posizioni decisamente meno chiare. Tanto è vero che non ci sono da parte di Lega, Forza Italia e Italia Viva emendamenti sul tema. Questo però non significa la contrarietà definitiva. Per dirla con un deputato leghista, membro della Commissione, bisogna ‘chiedere al governo’. Come dire, a questo punto la soluzione per decreto appare l’unica possibile”.
Dunque secondo il quotidiano diretto da Marco Travaglio il Governo sarebbe vicino ad una soluzione di proroga del blocco. Per ora non arrivano indicazioni sulla durata quel che appare certo però è che non sarà generalizzato ma solo per determinati settori, ‘certificati’ come in crisi.
“Va detto – continua ‘Il Fatto’ – che il tessile, dall’inizio è stato il settore che praticamente tutti hanno indicato come quello in maggiore difficoltà. Il comparto moda, infatti, prima del 2022 non conta di tornare a rivedere la luce. Per questo i sindacati contano che tra abbigliamento, pelli, calzature e occhialeria, a rischiare di perdere il posto sono in 140 mila”.
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