Blocco licenziamenti per i lavoratori dell’Industria, dal 1° luglio è senza legge: i dettagli

Con i contagi da Covid19 che iniziano a rialzare la testa, anche sospinti dalla variante Delta, si fa sempre più incerto il futuro dell’economia italiana e dei rapporti di lavoro stabili, che dal 1° luglio si fanno sempre più traballanti con il venir meno del divieto di licenziamento imposto per legge.

Al momento l’unica proroga di legge – e quindi da rispettare obbligatoriamente – del blocco dei licenziamenti che riguarda l’industria è quello della filiera della Moda, con scadenza al 31 ottobre 2021. Al pari di artigianato, turismo, commercio.

Per tutti gli altri settori industriali tutto è in mano all’Avviso comune siglato tra Governo, Imprese e sindacati il 30 giugno 2021, che non obbliga ma ‘raccomanda’ alle imprese di optare per la cassa integrazione in alternativa ai licenziamenti. ‘Raccomandazione’ che peraltro non vale per tutte le imprese industriali, ma solo per quelle che sono associate a Confindustria e le altre organizzazioni datoriali che lo hanno firmato.

Ora, il timore più grande è che le imprese interpretino la raccomandazione dell’Avviso comune come una sorta di ‘tana libera tutti’ verso i licenziamenti. Lo temono soprattutto i sindacati, a partire da quelli ‘di base’ che l’Avviso comune non lo hanno firmato.

Peraltro neppure l’atteggiamento di Confindustria non sembra lanciare segnali rassicuranti, nè quello delle imprese che tuttavia iniziano a licenziare. Lo mette in evidenza il quotidiano il manifesto in edicola oggi sulle cui colonne si legge:

Sono passati solo due giorni dallo sblocco dei licenziamenti, ma i casi di aziende che ne stanno già facendo ricorso è già cospicuo. E il dato più preoccupante è che Confindustria parla di tutto tranne che di utilizzo della cassa integrazione, come invece previsto nell’Avviso comune sottoscritto con governo e sindacati confederali. «Esprimo grande soddisfazione per la fermezza dimostrata dal governo Draghi sul blocco dei licenziamenti. Un intervento che ci ha consentito di arrivare alla firma di un Avviso comune che contiene una parte importante, quella relativa alle riforme degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, dove viene condiviso da tutti che deve essere realizzata su principi condivisi», ha detto il presidente Carlo Bonomi. «Ora auspichiamo che arrivi presto il testo sulla riforma degli ammortizzatori. Con l’Avviso comune sul lavoro si torna a quello che aveva detto Confindustria a settembre. Avevamo sempre dichiarato che non c’era necessità di un blocco dei licenziamenti perché c’erano a disposizione tutti gli strumenti, soprattutto la cassa integrazione ordinaria che con l’azzeramento dei contatori dava 52 settimane di possibilità di cassa integrazione. Lo avevamo detto sin da subito. Questo dimostra che Confindustria aveva ragione», ha concluso Bonomi. Insomma, un via libera implicito ai licenziamentil’Avviso comune non ha alcun valore legale – che rischia di portare allo scontro sociale in autunno”.