Dopo il caso sollevato per i lavoratori agricoli su diversi territori, che hanno portato a provvedimenti di divieto di lavoro nei campi in alcune regioni meridionali relativamente alla fascia oraria 12-16 circa (clicca qui), i sindacati mettono al centro le problematiche che stanno attraversando i lavoratori portuali in particolare quelli che sono alla guida di mezzi per la movimentazione delle merci e di persone.
Lo si apprende da una lettera inviata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti Liguria alle imprese del Settore.
La ‘denuncia’ riguarda le “alte temperature che soprattutto nel periodo estivo si vengono a creare all’interno della cabina di guida di mezzi non dotati di un sistema alternativo di refrigerazione dell’aria quando il motore è spento“. In queste ‘roventi’ cabine – si legge – “si raggiungono temperature ed un microclima non adeguati all’organismo umano”.
E’ a rischio l’integrità della salute e la sicurezza dei lavoratori, sottolineano i sindacati, oltre che aumentare il rischio di “stress da lavoro correlato, ecc.”.
Da qui l’invito alle aziende “di verificare il DVR tenendo conto dell’attività svolta e dal luogo di lavoro in cui i propri dipendenti operano, e di adeguare di conseguenza le misure di protezione e prevenzione per evitare che il lavoratore sia esposto alle alte temperature e ad un microclima non consono”.
Insomma, ribadiscono i sindacati “la valutazione del rischio, come previsto dalla legge 81/08, deve tenere presente l’aspetto del microclima“ e su questo il datore di lavoro non può essere assente poichè è direttamente coinvolto dalla legge come primo soggetto obbligato.
La richiesta sindacale segue di alcuni giorni la nota dell’Ispettorato del Lavoro che, in considerazione del caldo eccezionale, sollecita le aziende a trovare soluzioni per tutelare l’integrità fisica dei lavoratori anche ricorrendo alla cassa integrazione (per approfondire clicca qui).
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