HomeEvidenzaLavoratori costretti a 92 ore settimanali, arrestato commerciante ortofrutticolo: le accuse

Lavoratori costretti a 92 ore settimanali, arrestato commerciante ortofrutticolo: le accuse

Il fatto è accaduto a Crotone dove un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Crotone dal dicembre 2018 al dicembre 2019 tramite servizi di osservazione videoriprese, ha rilevato che un commerciante 39 enne dedi ortofrutta che esercitava al posteggio fisso sulla strada, violava sistematicamente le norme sul diritto del lavoro e la sicurezza fino a sfruttare i suoi lavoratori.

Il commerciante è stato arrestato con le seguenti accuse:

  • reclutamento e gestione di manodopera sfruttata approfittando dello stato di necessità, quest’ultimo documentato dalle verifiche condotte sul tenore di vita degli stessi;
  • svolgimento di prestazioni lavorative superiori a quelle previste anche fino a 92 ore settimanali a fronte delle 40 ore previste (con punte di 14 ore giornaliere) con sistematica violazione della disciplina del riposo settimanale, delle norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro (assenza di servizi igienici, di un luogo idoneo per la consumazione dei pasti, mancata fornitura ai lavoratori dei dispositivi di protezione individuale), con sottoposizione a condizioni di lavoro degradanti;
  • espletando le attività lavorativa sulla pubblica via in arteria altamente trafficata esposti alle intemperie privi di apposta illuminazione con retribuzioni palesemente sproporzionate rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro effettivamente prestato.

Nel corso delle indagini i carabinieri del comando provinciale di Crotone ci sono avvalsi anche del contributo specialistico dei nuclei carabinieri ispettorato del lavoro di Crotone e Cosenza

Faceva lavorare i suoi dipendenti anche 14 ore al giorno. Lo sfruttamento non avveniva, come spesso accade, nelle campagne ma sul luogo di lavoro: si tratta – come sottolinea una documento dei carabinieri – della fattispecie di reato prevista e punita dalla articolo 603 bis del codice penale introdotta nell’estate del 2011 con decreto legge poi convertito in legge per mettere un freno al fenomeno del caporalato.

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