“Per far ripartire il Paese dobbiamo rifondare i rapporti sociali e industriali, impegnare adeguatamente le tante risorse nazionali ed europee, rilanciare gli investimenti pubblici e privati, sostenere in modo condiviso la stagione delle riforme, guardare alla partecipazione ed alla democrazia economica. E bisogna garantire l’accesso universale alla formazione per migliorare competenze e conoscenze attraverso un vero sistema di politiche attive per il lavoro”. Lo ha detto oggi a Gorizia il Segretario Generale Cisl, Luigi Sbarra, a margine di una iniziativa dello Ial Cisl sulla formazione.
“Oggi il compito è quello di aggiungere e raccordare al percorso scolastico la dimensione di una formazione professionale di alto livello, istituendo il diritto “personale” all’apprendimento, da garantire a tutti i lavoratori attraverso percorsi istituzionali, contrattuali, sociali e bilaterali. C’è un vero e proprio “salto culturale” da fare. Capire che il miglioramento continuo del capitale umano è un traguardo senza raggiungere il quale sarà impossibile tagliarne altri. Capire che occorre investire seriamente in formazione e processi di riqualificazione. Che occorre, in poche parole, investire sui lavoratori. La spinta al cambiamento impressa nel lavoro dalle transizioni in atto porterà’ il 65% dei bambini che frequentano oggi le scuole elementari a svolgere lavori che ancora non esistono”. Per il leader Cisl vanno avviate subito riforme che attendono da anni e che riguardano nuove protezioni sociali, ammortizzatori universali ed inclusivi, politiche attive, sicurezza sul lavoro, un grande piano sulle competenze, una nuova alleanza tra collocamento pubblico e privato contro lo skill mismatch e per l’accompagnamento delle persone nel mercato del lavoro. L’attuazione del Pnrr, la prospettiva di riprogrammazione del nuovo settennio dei fondi strutturali, il fondo Sviluppo e Coesione forniscono una straordinaria opportunità di risorse imponenti necessarie per la ripartenza e la ricostruzione economica e sociale del Paese da sostenere con un piano di riforme strutturali, condivise e concertate tra Governo e Parti sociali. Questa prospettiva è possibile sostenerla attraverso una forte assunzione di responsabilità che significa saper negoziare un nuovo Patto Sociale tra governo, sindacati ed imprese, mettendo in priorità crescita e innovazione, investimenti e sostenibilità ambientale, qualità del lavoro e delle produzioni, partecipazione e coesione territoriale e geografica“.
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Fonte: cisl.it