Dopo molti confronti con le diverse forze politiche e con i sindacati, il Consiglio dei ministri ha approvato nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 16 settembre, il nuovo decreto sul green pass che conferma sostanzialmente tutte le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi: la certificazione verde, a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021 (data in cui dovrebbe scadere lo stato di emergenza), sarà obbligatoria anche per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato, si parla di 23 milioni di lavoratori.
Con questo provvedimento di fatto la platea di chi deve possedere il green pass come requisito obbligatorio per lavorare si amplia notevolmente. Sappiamo che l’obbligatorietà del green pass è attualmente già in vigore non solo per il personale scolastico (per i sanitari c’è l’obbligo vaccinale), ma anche per i clienti di bar e ristoranti, palestre e piscine e, da inizio settembre, anche per chi utilizza trasporti a lunga percorrenza quali treni, navi e aerei.
Green pass obbligatorio per lavorare: per chi?
Approvando il nuovo decreto, il governo ha deciso che tra un mese il pass sarà esteso a tutti i luoghi di lavoro: questo vuol dire sia al settore pubblico, ad esempio nelle pubbliche amministrazioni, che al settore privato, contrariamente a quanto si pensava fino a qualche giorno fa. Ciò significa che tutti i dipendenti e titolari non solo di aziende e imprese ma anche di qualsiasi altra attività privata, gli autonomi e i collaboratori familiari (ad esempio badanti e babysitter), si potranno recare sul posto di lavoro solamente se in possesso della certificazione verde.
Green pass obbligatorio per lavorare: validità tampone
Quest’ultima si otterrà subito dopo la prima dose del vaccino – non servirà dunque aspettare i 15 giorni –, dopo essere guariti dal covid da non più di sei mesi e dopo aver effettuato un tampone negativo nelle ultime 48 o 72 ore.
E proprio qui sta un’altra novità del decreto: il ministro Speranza ha fatto sapere che il governo ha dato parere favorevole all’allungamento della validità del solo tampone molecolare a 72 ore e non più 48, durata invece che rimane invariata per i test antigenici (cd. tampone rapido). Tuttavia, se da un lato viene accolta la richiesta di alcune regioni e forze politiche sul lasso di tempo entro cui un tampone può considerarsi valido o meno, dall’altro non è stata accettata la proposta dei sindacati di azzerare il costo dei tamponi: quest’ultimi infatti continueranno ad essere a pagamento anche se a prezzi calmierati. Ciò non si applica a coloro che per motivi di salute non possono fare il vaccino, ovvero gli esenti: per loro i tamponi saranno gratuiti.
Green pass obbligatorio per lavorare: quali sanzioni?
Un altro aspetto che viene tratto nel decreto è quello riguardante gli effetti per coloro che si presenteranno a lavoro senza green pass. In questo caso sono previste sanzioni che vanno dai 600 ai 1.500 euro più la sospensione dal lavoro e quindi dallo stipendio da subito, ovvero dal primo giorno per i privati e dal quinto giorno per i dipendenti pubblici, ma senza andare incontro al licenziamento.
Green pass obbligatorio per lavorare: chi controlla?
Nel settore privato, secondo quanto si legge dall’art. 9 quinques commi 4 e 5 del decreto, saranno i datori di lavoro a dover “verificare il rispetto delle prescrizioni” sull’obbligo di green pass e definire “entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi”.
Bozza Decreto Green pass per lavorare: scarica pdf
Per scaricare la bozza del testo del Decreto Green pass entrato nel Consiglio dei Ministri clicca qui.
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