Il premier Draghi ha firmato il Dpcm che prevede dal 15 ottobre il ritorno alla modalità ordinaria di lavoro in presenza nelle Pubbliche Amministrazioni. Il provvedimento segue di qualche giorno l’introduzione dell’obbligo di possedere ed esibire il Green Pass, proprio dal 15 ottobre, per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato.
Statali, rientro in ufficio con flessibilità
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha commentato in una nota che con questo provvedimento si apre l’era della normalità e che il ritorno dei dipendenti pubblici luoghi di lavoro avverrà in condizioni di sicurezza, dunque nel massimo rispetto delle norme anti Covid-19. In particolare l’afflusso dei lavoratori negli uffici avverrà con una flessibilità oraria di entrata e di uscita, anche per non gravare eccessivamente sui trasporti nelle ore di punta. Si potrà ricorrere anche alla turnazione laddove non si riesce a garantire il distanziamento secondo quanto prevede il Protocollo di Sicurezza.
Insomma non sono di certo da escludere forme di disagi e disservizi per l’utenza in questa fase di ‘ripartenza’. Anche se lo stop allo smart working e il ritorno al lavoro in presenza puntano proprio a consentire alle pubbliche amministrazioni di accelerare e sostenere il processo di ripresa delle famiglie e delle attività produttive in questa fase delicata di lenta uscita dalla crisi economica e sanitaria.
Le nuove disposizioni, secondo quanto si apprende dalla Relazione al Dpcm, punterebbere anche a spingere alla vaccinazione 320.000 lavoratori statali che al momento sono ancora vaccinati (circa il 10% del totale). Ricordiamo che in vigenza dell’obbligo di esposizione e possesso della certificazione verde per i dipendenti del settore pubblico, coloro che dal 15 ottobre non ne saranno in possesso verranno considerati assenti ingiustificati senza diritto alla retribuzione fino alla presentazione del Green Pass.
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