“L’uscita del gigante nipponico Nidec dall’asta pubblica per l’acquisizione di ACC non è sicuramente un buon segnale. Sappiamo che il valore del prestito è legato in qualche misura anche alle entità economiche dichiarate nelle manifestazioni di interesse vincolanti. L’assenza o la presenza di offerte non congrue determina una stima al ribasso delle cifre a cui è possibile accedere secondo le regole stabilite dall’istruttoria dell’art 37. L’intervista del ceo Nidec Global Appliance Valter Taranzano sulle motivazioni del ritiro mette in luce anche aspetti interessanti. Il ragionamento fatto sulla possibilità di uno stabilimento a Vittorio Veneto per la costruzione di motori elettrici da affiancare allo stabilimento di Mel ricorda in qualche misura il progetto Italcomp, quest’ultimo bocciato per una presenza maggioritaria del pubblico non gradita dall’attuale esecutivo. È da notare che nell’intervista il ceo Taranzano lamenta di non aver avuto in Italia la stessa attenzione e partecipazione dimostrata dal governo austriaco. L’attenzione ritorna quindi al tavolo del MISE: se non ci sarà alcuna manifestazione di interesse ricominceremo a ragionare non sui possibili scenari, ma su come rendere attuabile un progetto “il cui valore – sono parole di Taranzano – non è stato percepito fino in fondo”.
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Fonte: cisl.it