Dopo la manifestazione (e il violento assalto verso la sede Cgil) di sabato scorso a Roma al grido di “No green pass”, ieri è stato il giorno dello sciopero generale proclamato dai sindacati di base. Centinaia di cortei in tutta Italia a cui hanno partecipato operai, studenti, precari, camalli del porto di Genova, ecc., durante i quali ad essere stati presi di mira, come sottolinea l’edizione odierna del quotidiano La Verità, sono stati soprattutto il Premier Mario Draghi e il Segretario della Cgil Maurizio Landini, ‘rei’, il primo di aver firmato il Decreto che obbliga ad entrare nei luoghi di lavoro con il Green pass, il secondo – insieme agli altri sindacati – di averlo sostenuto.
“la sorpresa sta nel destinatario delle invettive, piazzato dall’altra parte della strada e delle rotaie del tram a ricevere gli sputazzi. Non è l’ala meneghina di Forza Nuova, non sono i manager delle multinazionali, ma i rappresentanti della Cgil di Maurizio Landini più o meno pietrificati nel sit-in dello sciopero generale. Anche loro hanno le bandiere rosse, però appaiono più mosce, più filogovernative; il vento del popolo sta altrove. E quando arrivano a ‘Landini buffone’ vorrebbero piangere, loro, cacciati dal presepe che si oppone, improvvisamente percepiti come il servizio d’ordine di Mario Draghi. E’ il corto circuito più evidente nel giorno dell’Italia in piazza, è la testimonianza di uno showdown politico tutto interno alla sinistra, che fa carta straccia della narrazione piddina (supportata dal coro a cappella del sistema mediatico mainstream) e dell’assalto fascista alle istituzioni con la Capitol Hill de noantri. ‘I fascisti siete voi’ gridano i rossi ai rossi. E poichè il fronteggiarsi dei due eserciti è filmato in uno, cinque, dieci, video, la verità viene riportata al centro: la ‘piazza no green pass’ che non vuole la restrizione delle libertà sul lavoro non ha colore, anzi li ha tutti. E allora che fate, al Nazareno e al Viminale, sciogliete anche i Cobas?”.
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