“Bisogna evitare la radicalizzazione del conflitto e accompagnare questa fase con il massimo della responsabilità”. E’ quanto ha dichiarato oggi il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenuto a Rainews24 in merito a quanto sta avvenendo oggi con l’avvio dell’obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro. “Come sindacato abbiamo sempre considerato il green pass utile e importante per regole uniformi nei luoghi di lavoro nel pubblico e nel privato. L’unica arma che abbiamo per sconfiggere il Covid rimane la vaccinazione”
“Sulla possibilità da parte del Governo di un intervento di ulteriore diminuzione dei costi dei tamponi non abbiamo registrato chiusure. -Ha aggiunto Sbarra riferendosi all’incontro di ieri tra Governo e sindacati- Anche i ministri presenti all’incontro ci hanno rassicurato che avrebbero affrontato questo tema. Quindi non c’è stata una chiusura né sono state anticipate rigidità insormontabili. Abbiamo fatto, in questi mesi, tanti accordi con le aziende per assicurare la gratuità del Green pass, tenendo vivo un principio radicato nel nostro Paese che i costi e gli oneri su salute e sicurezza non sono mai stati a carico dei lavoratori. Attraverso la contrattazione e le relazioni sindacali abbiamo fatto delle intese importanti in molte aziende dove si pratica e si sostiene la gratuità. Ci sono invece altre realtà lavorative dove questo non viene assicurato ed è la ragione per la quale ancora ieri abbiamo chiesto al governo di trovare le giuste mediazioni e le giuste soluzioni con le aziende per evitare che i luoghi di lavoro si trasformino in veri e propri campi di battaglia. Deve prevalere la responsabilità dobbiamo abbassare i toni e riprendere al via del dialogo e del confronto”.
“Per evitare discriminazioni avevamo chiesto mesi fa al governo di assumersi la responsabilità adottando una norma legislativa che sancisse l’obbligo alla vaccinazione. Purtroppo situazioni interne al governo, contraddizioni, asimmetrie hanno scaricato sul mondo del lavoro responsabilità che non sono proprie delle parti sociali. Ecco perché l’invito a riprendere la via del dialogo, del confronto e di definire giuste soluzioni perché il paese sta cominciando a respirare una possibilità di recupero economico, produttivo e occupazionale. Non possiamo bloccare la comunità nazionale, dobbiamo governare, affrontare e risolvere i temi dell’emergenza sanitaria per concentrarci meglio sulla prospettiva di ricostruzione e di ripartenza del paese”. “La Cisl, in modo particolare, ha preso posizione già nel mese di agosto nel sollecitare una legge sull’obbligo vaccinale. Abbiamo detto sì al decreto sul Green Pass perché riteniamo che possa essere uno strumento che ci aiuti a mandare avanti ancora in profondità la campagna di vaccinazione. In queste ultime settimane, ma anche in questi ultimi mesi, abbiamo incontrato decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori convincendoli al fatto che il vaccino rimane l’unica arma per sconfiggere il Covid. Abbiamo fatto assemblee nei luoghi di lavoro, in qualche situazione abbiamo invitato anche medici, virologi esperti del mondo scientifico e sanitario nel tentativo di convincere le persone a vaccinarsi. Questo è il nostro cammino, c’è una stragrande maggioranza dei lavoratori che responsabilmente si è vaccinata rispondendo a una nostra sollecitazione, dobbiamo proseguire con un forte livello di informazione e sensibilizzazione per convincere gli indecisi.”
“Secondo noi era giusto e necessario mettere in campo la risposta forte decisa di Cgil Cisl Uil all’attacco gravissimo alla sede della Cgil, che è stato il culmine di un crescendo di violenze che ha colpito in tutti questi ultimi mesi l’intero mondo del lavoro. Abbiamo avuto strutture sindacali territoriali, locali, fatte oggetto di minacce, intimidazioni, provocazioni e di insulti. Domani scenderemo in piazza in maniera pacifica, responsabile, per contestare ogni forma di fascismo, di violenza e di deriva antidemocratica. Scenderemo in piazza per difendere i valori del lavoro e della partecipazione su cui si fonda la nostra Costituzione e la nostra Repubblica. Quella di domani, lo abbiamo detto e lo riconfermiamo, è -e rimane- solo una manifestazione autenticamente sindacale, non di parte, libera, democratica, lontana dalle sirene dei partiti e della politica. Vogliamo riaffermare i valori democratici e vogliamo rimettere al centro il tema del lavoro, della crescita, del contrasto ad ogni forma di fascismo”
“A Palazzo Chigi ieri abbiamo parlato anche di sicurezza sui luoghi di lavoro. Oggi c’è un Consiglio dei ministri importante. Il Governo ci ha assicurato che nel decreto fiscale, che dovrebbe essere approvato oggi, entrano prime misure per contrastare questo odioso inaccettabile fenomeno delle morti sui luoghi di lavoro. Il Governo recupera e recepisce mote rivendicazioni che abbiamo presentato. C’è un forte rafforzamento dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, si intensificano verifiche, ispezioni e controlli nei luoghi di lavoro, reclutando entro dicembre quasi 1.500 ispettori, tecnici, amministrativi, medici del lavoro a cui si aggiunge un importante investimento sulla formazione e sulla prevenzione per rafforzare la cultura della sicurezza. Nasce una banca dati unitaria nazionale che ci aiuta a monitorare questo fenomeno e soprattutto ad intervenire sulla qualificazione delle aziende. E poi c’è un intervento di assoluto valore e cioè le aziende che vengono verificate e controllate, se passibili di inosservanze e violazioni alla normativa su salute e sicurezza, vengono sospese dalle loro attività economiche e di servizio sino a quando non si regolarizzeranno. E’ un primo pacchetto di misure a cui seguirà una fase più larga di elaborazione di una strategia nazionale contro il fenomeno delle morti sul lavoro, sul tema degli infortuni e delle stesse malattie professionali”.
“Ieri abbiamo affrontato anche della fine del blocco dei licenziamenti prevista per il 31 di ottobre. Abbiamo posto l’esigenza che al 31 di ottobre bisognava arrivare con una riforma degli ammortizzatori sociali e con l’avvio di un’efficace strategia sulle politiche attive. Questo non è stato possibile ed è la ragione per la quale abbiamo chiesto l’ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti almeno sino a fine anno e l’ulteriore definizione di almeno ulteriori 13 settimane di Cig Covid per rafforzare le misure di protezione sociale e scongiurare nuovi licenziamenti. Nel decreto di oggi dovrebbe entrare anche questo intervento”
E alla domanda finale su Alitalia e su Ita che decolla oggi Sbarra risponde “Considero il mantenimento del marchio un grande segnale. Stiamo chiedendo al management di Ita e al governo certezze e garanzie sulle attività per ciò che riguarda le tutele occupazionali e contrattuali. Vogliamo certezze sulle assunzioni di Alitalia e trasparenza sui criteri di reclutamento. Vogliamo si applichi il CCNL del trasporto aereo contro ipotesi invece di regolamenti aziendali e poi vogliamo garanzie sui lavoratori dell’indotto, ammortizzatori sociali che proteggano le persone che non rientrano nel nuovo perimetro di Ita e un grande piano sulle politiche attive perché c’è da salvaguardare competenze e professionalità dei dipendenti della società Alitalia. Questo significa aprire anche un serio confronto con il nuovo management e con il governo per discutere del Piano industriale per una ripartenza più forte e sicura della nuova società”.
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Fonte: cisl.it