E’ iniziata una settimana cruciale per il futuro del Reddito di cittadinanza. Entro domani il Governo chiuderà il Documento programmatico di bilancio in cui saranno individuati gli obiettivi della prossima Legge di Bilancio, quella per il 2022. Entra nel vivo quindi la discussione sul ‘Reddito’ e in particolare sulle risorse da destinare al sussidio, innanzitutto per rimpinguare le casse Inps per l’anno 2021, e i punti di riforma dello strumento. Riforma (leggasi: modifica o cancellazione) su cui puntano molto i partiti del centro-destra che sostengono il Governo Draghi.
In questa situazione il M5S, che del Rdc è il principale sponsor avendone sostenuto nel 2019 l’approvazione della legge, fissa i paletti sui quali dovrà muoversi il negoziato politico con gli altri partiti.
Lo riporta l’edizione odierna del Corriere della Sera sulle cui pagine si legge:
“«Sotto la soglia simbolo dei 500 euro non si scende». Questo il punto fermo dei Cinque Stelle sul reddito di cittadinanza. E la settimana per il governo riparte proprio dallo scontro di venerdì scorso in consiglio dei Ministri sulla misura cara ai pentastellati durante l’approvazione del decreto fiscale, con da un lato il fronte del no al rifinanziamento del sostegno anti-povertà formato da Forza Italia, Lega e Italia viva e sul lato opposto grillini e Pd, entrambi possibilisti a modifiche ma non a cancellazioni. E il premier Mario Draghi dovrà trovare la quadra nella prossima manovra economica, dove, tra le altre cose, dovrà essere deciso lo stanziamento per il 2022 della misura varata nel 2019 dal primo governo Conte e che finora è costata quasi 17 miliardi di euro di cui quasi 9 solo nel 2021, oltre 700 milioni al mese. Il decreto fiscale appena approvato destina altri 200 milioni solo per l’anno in corso, ma la vera «battaglia» sarà per il 2022, quando il reddito potrebbe arrivare a pesare fino ad 8 miliardi”.
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