“Il comunicato di oggi di Unirima giustamente elogia i risultati ottenuti in Italia per il riciclo degli imballaggi di carta e cartone, che hanno anticipato di 15 anni gli obiettivi UE, non deve però far dimenticare il ritardo complessivo per la dotazione complessiva degli impianti per il trattamento e riciclo dei rifiuti. La previsione di “1,5 miliardi per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e ammodernamento degli esistenti, oltre a 600 milioni per i cosiddetti progetti “faro”, (per il potenziamento della rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo)”, speriamo che si traduca nel più breve tempo possibile in impianti reali”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini. “Se si vuole avviare la transizione ecologica- sottolinea Colombjni- i rifiuti sono uno dei tasselli più importanti, in particolare in chiave di economia circolare. Il recupero di materie prime seconde, la necessità di avere filiere produttive corte, la possibilità di una certa autonomia nel procurarsi materie per la produzione, sono tutte questioni che stanno insieme ad un utilizzo dei rifiuti come risorse. Occorre dar vita ad un approccio sistemico, che coinvolga e responsabilizzi le imprese, i consumatori, le multi utility, gli enti locali, affinché il ciclo dei rifiuti venga finalmente chiuso in maniera efficiente. Occorre superare il tabù dei termovalorizzatori, e smetterla con l’ipocrisia di inviare altrove ed all’estero i propri rifiuti, “facendo i verdi con i termovalorizzatori degli altri” ma creando ulteriore inquinamento a causa del trasporto degli stessi rifiuti. Riuscire a rendere efficiente il ciclo dei rifiuti in tutto il paese vuol dire creare occupazione, sfruttare il know how che l’Italia già possiede e sostenere percorsi di trasformazione del sistema produttivo verso l’economia circolare che consentirebbe in molti casi anche un recupero di competitività. Occorre anche definire le procedure per il cosiddetto End of Waste, affinché una parte degli scarti di produzione possano essere trattati come materiali per nuove produzioni, magari favorendo nuove od ulteriori iniziative di simbiosi industriali”. “L’Italia pur essendo in molti settori il primo paese in Europa per capacità di riciclo di materie prime seconde- conclude Colombini- deve essere messa in grado di migliorare le sue performance, per garantirsi il mantenimento della sua primazia”.
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Fonte: cisl.it