E’ duro il commento del quotidiano il manifesto a proposito delle ipotesi che circolano in questi giorni circa una riforma del Reddito di cittadinanza che potrebbe trovare spazio già dalla Legge di Bilancio o un provvedimento collegato a cui il Governo Draghi sta lavorando in questi giorni.
In particolare il quotidiano ‘comunista’ non ritiene congrua la proposta, che circola negli ambienti governativi, secondo cui il beneficiario verrebbe penalizzato col taglio del sussidio anche nell’ipotesi in cui rifiuti un lavoro precario:
“Secondo le «anticipazioni» circolanti da mesi- sempre le stesse – si prospetta un inasprimento delle condizioni già durissime imposte ai poveri e ai lavoratori poveri dai pentaleghisti del «Conte 1». Il partito unico draghiano oggi si è reso conto che mai a 1.109.287 persone che hanno sottoscritto un «patto per il lavoro» (dati al 30 settembre dell’Anpal) saranno fatte tre «proposte congrue di lavoro». Sarebbe stata trovata questa soluzione: dopo il rifiuto della prima «offerta», cioè di un lavoro precario, il sussidio sarà tolto al beneficiario (altri dicono dopo due). La «colpa» sarà di chi avrà rifiutato e tutti continueranno nel gioco preferito dalla politica classista: sono i precari che non vogliono lavorare mentre le povere «imprese» non trovano lavoratori. Lo abbiamo visto in estate con l’infondata ma pervasiva campagna degli sfruttatori del lavoro stagionale che si lamentavano del fatto che i percettori del «reddito» non accettavano paghe da fame”.
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