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Green pass non discrimina, né viola la privacy, né il diritto alla salute: sentenza-messaggio ai No pass

Nessuna violazione della privacydiscriminazione verso chi non si vuole vaccinare (considerato che la certificazione verde si ottiene anche via tampone): il Green pass è legittimo. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, che ha confermato la sentenza del Tar che respingeva il ricorso presentato agli inizi di settembreda alcuni insegnanti contro il Ministero dell’Istruzione.

Per il Consiglio di Stato le obiezioni sulla violazione della privacy sono da respingere grazie alla scelta di utilizzare l’APP Verifica C19. “Sono contraddettesi legge nelle motivazioni – sia dall’avvenuto pieno recepimento delle indicazioni del Garante della Privacy in proposito, sia dal dato puramente tecnico e non contestato con argomenti credibili, secondo cui la lettura con app dedicata esclude ogni conservazione o conoscibilità del dato identitario personale, salvo l’accertamento della autenticità del certificato verde, elemento essenziale allorchè emergono sempre più frequenti casi di falsificazione e di commercio di certificati verdi falsi”.

Quanto invece al contenuto discriminatorio della norma che impone il Green pass nei luoghi di lavoro – la scuola in questo caso – verso coloro che non vogliono vaccinarsi si sottolinea che “il lavoratore è abilitato, ove non intenda vaccinarsi, ad ottenere il certificato verde con test differenti quali l’antigenico rapido“.

Uno degli elementi su cui si fondava il ricorso era anche la richiesta di dare “priorità del diritto individuale alla salute quale fondamento del rifiuto di vaccinarsi“. Questo “non può avere valore assoluto – ha affermato il Consiglio di Stato – allorché sia posto a confronto con l’eguale diritto di una collettività di persone – nella specie gli studenti – il cui “diritto a scongiurare possibili contagi” ha prevalenza perchè espressione di una componente della “salute pubblica” a fronte del diritto del docente, in ogni caso per nulla negato viste le ammissibili misure alternative al vaccino, e di carattere individuale, per di più da parte di chi ha una responsabilità specifica e rafforzata verso i propri studenti, che costituisce componente essenziale della funzione (se non addirittura missione) di ogni docente”.

Un tris di motivazioni che, a quanto pare, disarma completamente le ragioni opposte dei No Green pass, quelle migliaia di persone che da settimane scendono in piazza in tutta Italia per rivendicare il diritto a non vaccinarsi e allo stesso tempo a non essere obbligati al Green pass.

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