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Consumatori. Indagine Adiconsum evidenzia il profilo di spreco alimentare domestico dei consumatori. Dimmi come sprechi e ti dirò chi sei

Tra i tanti sprechi di cui siamo protagonisti ogni giorno, lo spreco alimentare è quello più vistosamente contrario all’etica, al rispetto ambientale ed al buonsenso, in tempi di crisi economica. Nonostante i buoni propositi, sprechiamo circa 65 kg di cibo a testa all’anno, a cominciare dai freschi come verdura, frutta, pane e prodotti lattiero caseari.

L’importanza della lotta allo spreco alimentare è testimoniata anche dal fatto che il 12mo dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è dedicato al consumo e alla produzione sostenibili, nel quale rientra il cibo e il valore che esso rappresenta per l’umanità.

Adiconsum ha condotto un’indagine, nell’ambito del progetto “2GETHER2GREEN” di educazione al consumo circolare realizzato in collaborazione con APPLiA Italia, l’Associazione dei produttori di elettrodomestici, e l’ha presentata a Roma con un “Aperitivo Circolare” presso “La Città del Gusto”, invitando esperti, accademici e istituzioni a commentarne i risultati, e grazie ad un cooking show ha dimostrato che recuperare e valorizzare avanzi e parti meno nobili degli alimenti si può e che si ottengono anche risultati eccellenti.

L’indagine ha studiato la correlazione tra lo spreco alimentare e il modo di fare la spesa, cioè lo stile con cui ciascuno si approccia al carrello, in base al tempo, al grado di consapevolezza, alle tasche, ma anche alla personalità. L’indagine ha fatto emergere anche il valore dell’esperienza, l’importanza di conoscere tecniche e buone prassi di conservazione, avere sicurezza nel valutare se il cibo “è ancora buono”, la gestione ordinata e attenta del frigorifero. Promettente la fiducia nelle nuove tecnologie che possono aiutare a non sprecare: gli italiani aspettano con ansia APP, frigoriferi intelligenti e smart packaging, preziosi per razionalizzare gli acquisti, riutilizzare quello che avanza o che resta in dispensa e tenere d’occhio le scadenze.

Il questionario ha chiesto agli intervistati di definire la loro esperienza d’acquisto, identificandola con uno dei 4 film di grande successo che i ricercatori hanno associato alle varie tipologie di consumatori:

“Rambo”: è il consumatore che entra, compra rapidamente quello che ha scritto nella lista e torna a casa. Sistematico, ottimizzatore, ma anche abitudinario. E’ attento all’ambiente e alla salubrità, con margini di miglioramento se si fermasse a valutare di più. Profilo di spreco: medio

“Vacanze romane”: è il consumatore che, senza una lista, si aggira tra gli scaffali con calma e acquista quello che più lo ispira e suggestiona. Sopraffatto dal marketing, acquista troppo e senza sapere come e se lo userà. E’ il campione dello spreco

“Zombie”: è il consumatore che fa la spesa controvoglia e riempie il carrello con cibo generico senza porre particolare attenzione a quello che acquista, né per salubrità, né per sostenibilità. Ha un frigo disordinato e non legge mai le etichette. Profilo di spreco: elevato

“Predator”: è il consumatore che fa la spesa con un occhio attento al risparmio, armato di volantini, tessere e buoni sconto. Spreca davvero poco, meno di tutti, perché ha tempo e determinazione, ma vuole anche “battere il sistema”. Profilo di spreco: basso.

La nostra indagine ha evidenziato che ci sono ancora margini per incidere sullo spreco “evitabile” su quegli errori quotidiani che riempiono il bidone della spazzatura anche contro i nostri buoni propositi – dichiara Carlo De Masi, Presidente di Adiconsum nazionaleÈ a questi consumatori desiderosi di essere attenti all’ambiente, ma che, nonostante tutto, hanno ancora un profilo di spreco significativo, che il progetto “2GETHER2GREEN” vuole offrire informazioni chiare ed affidabili in modo da concretizzare il loro desiderio in scelte di acquisto consapevoli e sostenibili.

 

L’industria degli elettrodomestici è da anni fortemente impegnata sul tema della sostenibilità: a partire dalla riduzione dei consumi energetici, agevolata dall’ormai pressoché ventennale esordio dell’etichetta energetica fino alla continua evoluzione volta ad incrementare il risparmio delle risorse. Lo sviluppo ed introduzione sul mercato di prodotti innovativi e tecnologicamente avanzati ha segnato un considerevole miglioramento anche per quanto riguarda la conservazione degli alimenti, consentendo di preservare più a lungo il cibo – dichiara Paolo Falcioni, Direttore Generale di APPLiALa riduzione degli sprechi alimentari, tuttavia, non può prescindere da un pieno e consapevole coinvolgimento del consumatore. Ed è con questo ultimo obiettivo in mente che la nostra Industria si è impegnata a prendere parte a questo progetto, contribuendo con entusiasmo alla creazione di un’economia circolare.

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Fonte: cisl.it

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