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Veneto. L’ospedale di Schiavonia Covid Hospital. La Cisl e la Fnp Cisl Padova Rovigo: “Bassa padovana senza prestazioni ordinarie, grave disagio soprattutto per gli anziani”

“Comprendiamo che la situazione all’ospedale di Schiavonia è estremamente delicata e che all’ondata di contagi si sono aggiunte le difficoltà per l’attacco hacker, che ha reso inutilizzabile la memoria del sistema e impossibile anche prendere un appuntamento. Ma non possiamo non sottolineare che i cittadini, non essendo stati avvisati dell’annullamento delle loro visite, sono stati inviati ad altre strutture soltanto dopo essersi presentati al Madre Teresa, con notevoli disagi per loro e per il personale degli sportelli”. Lo afferma la segretaria territoriale della”Cisl Padova RovigoStefania Botton intervenendo sulla situazione creatasi all’ospedale di Schiavonia, dichiarato da poco Covid Hospital.

“Chiediamo alla Regione di non lasciare un territorio così ampio come la Bassa padovana privo di un presidio ospedaliero e di riconsiderare questa decisione, della quale abbiamo appreso martedì scorso in occasione di un incontro sulla contrattazione sociale con il sindaco di Monselice, che ancora non ne sapeva nulla. Questo per far capire quanto la scelta sia stata improvvisa. Eppure di tempo per prepararci ne avremmo avuto, dopo l’esperienza dello scorso anno! Invece ora, l’indisponibilità di strutture ospedaliere obbliga i cittadini a rivolgersi per qualsiasi emergenza a Padova, Camposampiero, Piove di Sacco o Cittadella e questo è fortemente penalizzante e discriminante per tutti gli abitanti di questo ampio territorio”.

Su questo tema i sindacati dei pensionati e della Funzione pubblica delle Organizzazioni sindacali (Fp CgilSpi CgilCisl FpFnpCislUil Uilp e Uil Fpl) hanno chiesto un incontro con il direttore generale dell’Ulss6Paolo Fortuna per essere informati sulla situazione e sono in attesa di essere convocati. «Il problema – aggiunge Giulio Fortuni, segretario della Fnp Cisl Padova Rovigo – è la privazione della Bassa padovana delle prestazioni ordinarie, molte delle quali sono state annullate o rinviate a strutture anche molto lontane, creando enormi disagi soprattutto alle persone anziane che hanno difficoltà a spostarsi. Molti anziani non autosufficienti possono raggiungere l’ospedale grazie al supporto di associazioni di volontariato, che però non possono coprire col loro servizio tutto il territorio provinciale. Ricordiamo infine che le prestazioni ordinarie erano già state messe a dura prova dal periodo dello scorso anno in cui il Madre Teresa era stato dedicato esclusivamente alla cura dei pazienti Covid e che le liste d’attesa non erano ancora state esaurite. Molte delle visite saltate in questi giorni sono il frutto di mesi di “galleggiamento” in attesa di una data certa”

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Fonte: cisl.it

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