ROMA – Si è tenuto ieri il primo incontro presso il Ministero del lavoro in cui si è iniziato a verificare le questioni di carattere tecnico inerenti le proposte per riformare il sistema previdenziale presentate nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl, Uil. A renderlo noto è una nota del sindacato Cisl.
In particolare sono stati approfonditi gli aspetti relativi all’introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i giovani e per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 che, rientrando completamente nel sistema contributivo, oggi non ha diritto ad alcuna integrazione sull’importo della pensione. Abbiamo anche affrontato le problematiche dell’impatto delle riforme ultime pensionistiche sulle donne che sono state particolarmente penalizzanti.
Per quanto riguarda la pensione contributiva di garanzia a favore dei giovani, la Cisl ha sottolineato l’importanza di prevedere un meccanismo di integrazione dell’assegno pensionistico per le persone che, pur avendo versato vari anni di contributi, riceveranno una pensione di importo molto basso a causa di lavori precari e non adeguatamente retribuiti. Le carenze del mercato del lavoro si riflettono inevitabilmente sull’assegno previdenziale. Non possiamo però rassegnarci a questa situazione per cui è fondamentale agire per migliorare il mercato del lavoro ma altrettanto importante e non più rinviabile è introdurre forme di sostegno agli assegni dei futuri pensionati.
Allo stesso tempo, è necessario tenere in considerazione i periodi di disoccupazione involontaria non indennizzata, e quindi non coperta da contribuzione figurativa e i periodi di formazione che dimostrino l’attivismo del lavoratore a collocarsi nel mercato del lavoro.
Accanto a questo, bisogna a riconoscere a fini pensionistici il lavoro di cura.Per la Cisl l’importo della pensione contributiva deve crescere sia in base al numero di anni lavorati e di periodi qualificanti come formazione, disoccupazione e lavoro di cura, sia in base all’età di pensionamento e deve essere coordinato con le provvidenze che oggi già esistono. Per quanto riguarda le donne, la Cisl ha ribadito che è necessario prevedere una riduzione del requisito pensionistico di 12 mesi per figlio senza pregiudicare il calcolo della prestazione, dando così un effettivo sostegno alla maternità.Per quanto riguarda opzione donna, la Cisl ha chiesto di confermarla nel futuro, riconoscendo anche il cumulo gratuito dei contributi versati in diverse gestioni che, invece, oggi per questa pensione non è ammesso.
Fra l’altro, la pensione contributiva di garanzia rappresenterebbe per le donne una importante forma di sostegno in considerazione della particolare fragilità dell’occupazione femminile, ulteriormente aggravatasi in questo difficile periodo di pandemia. Il Ministero in chiusura, si è impegnato a riconvocare il tavolo per giovedì 27 gennaio sullo stesso tema impegnandosi a presentare specifiche valutazioni in ordine alla prosecuzione del confronto sulle proposte messe in campo. Successivamente, e a cadenza settimanale, verranno affrontati il tema della previdenza complementare e della flessibilità per accedere alla pensione.
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