ROMA – Fatto un decreto, se ne aspetta un altro. Da giorni ormai è noto che il Decreto Sostegni ter non sarebbe bastato per offrire nuovi aiuti covid alle famiglie e imprese.
Di questo ne è convinta la politica (e taluni partiti politici in particolare), che “un minuto dopo il via libera al provvedimento sposta l’attenzione sulle prossime mosse”.
A scriverlo è l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore che ricorda come dal M5S alla Lega e passando, ora, anche per il Partito Democratico sia un coro di voci che chiedono di dare il via ad una tornata di ristori più sostanziosa (ieri sul punto è intervenuto anche l’ex premier Giuseppe Conte).
Si era parlato nei giorni scorsi di un Decreto Sostegni quater a febbraio previa autorizzazione parlamentare ad uno scostamento di Bilancio che riporti il Reddito di emergenza, Bonus agli stagionali e ai lavoratori dello Spettacolo, fondo perduto ad una più ampia platea di imprese.
Scostamento di Bilancio da alcuni dato per ‘scontato’ oramai. Ma secondo il quotidiano economico molto dipenderà dagli esiti delle elezione del prossimo Presidente della Repubblica e se queste non avranno ripercussioni sugli equilibri politici che reggono il Governo:
“Ad alimentare la richiesta di nuovo deficit, il cui esito come previsto dipenderà prima di tutto dagli assetti politico-parlamentari che usciranno dal voto del nuovo Capo dello Stato, è soprattutto il caro-energia, anche se la nuova tornata di interventi avviata ieri deve ancora assumere una forma compiuta. Ma anche l’architettura degli aiuti dell’economia e agli enti territoriali sembra destinata ad alimentare la pressione per far crescere gli stanziamenti. Il segretario della Lega Matteo Salvini, per esempio, ha subito chiarito che i fondi non bastano. Per librerie, cinema e teatri in arrivo 110 milioni”.
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