Torna sulle reti Mediaset il dibattito televisivo sugli effetti negativi dei sussidi per l’occupazione e l’economia. Stavolta è il ‘turno’ di Mattino Cinque, popolare trasmissione in onda ogni mattino che titola così un servizio: “Lavoro e turismo, alberghi in difficoltà – mancano lavoratori, colpa dei sussidi covid?“.
In collegamento con lo studio condotto da Francesco Vecchi, il titolare dell’Hotel Gardesana, albergo storico sulle sponde del Lago di Garda, spiega perchè non riesce a ripartire come prima.
“A un mese e mezzo circa dall’apertura non riesco a trovare personale”, dichiara l’albergatore che puntualizza: “questo fenomeno è da ricondurre ai due anni di Covid. La stagione sul Lago di Garda nel 2020 è durata 3 mesi, nel 2021 5 mesi: 8 mesi di lavoro negli ultimi 2 anni. Questo ha destabilizzato la serenità di chi con noi collabora. Se ne sono andati, hanno cambiato settore. Chi veniva da altri paesi è tornato nei paesi di origine”.
“Voi a questo personale cosa riuscite a offrire?” domanda Vecchi. “1.600 euro mensili netti più extra che non sono in busta paga” (chiaro il riferimento alle mance, ndr) per 6 giorni lavorativi a settimana. Il problema però, secondo l’albergatore non è lo stipendio ma “la stabilità” che il lavoro stagionale non riesce ad offrire.
Se però l’albergatore attribuisce la colpa di tale situazione al Covid che ha costretto quindi molti lavoratori del turismo a “riparare” in un impiego nell’industria, dello stesso avviso non è Pietro Vignali, politico ed ex sindaco di Parma. Secondo quest’ultimo, intervenuto ai microfoni della trasmissione, sarebbe invece il Reddito di Cittadinanza uno dei massimi responsabili della carenza di risorse umane, sostenendo che:
“Il Reddito di Cittadinanza, come altri provvedimenti fatti in questi anni, ha provocato anche alcune distorsioni nel mercato del lavoro perché da una parte non ha creato posti di lavoro e dall’altra perché molte persone che percepiscono il sussidio hanno trovato più comodo rifiutare certe offerte (come quella precedente fatta dall’albergatore, ndr) e mantenere il beneficio, percependo magari un lavoro in nero”.
Ad incalzare Vignali è la pentastellata Tiziana Beghin, che ha spiegato come nessuno che aspiri a una vita dignitosa può sperare di vivere con i 500 euro mensili del sussidio e come tale beneficio decada non appena il percettore rifiuti una qualsiasi offerta di lavoro. Ciò che c’è da chiedersi, piuttosto, è cosa spinga un disoccupato a preferire il sussidio piuttosto che il lavoro: occorre fare un’attenta analisi delle condizioni alle quali l’impiego è offerto, dato che troppo spesso si chiede al lavoratore di reggere a una pressione irragionevole, sostenere orari massacranti e turni di lavoro di cui si conosce l’inizio ma non la fine per una paga spesso non all’altezza. Come detto da un percettore di RdC intervenuto stamattina durante Mattino Cinque, infatti, “alcuni non offrono un lavoro ma una schiavitù“.
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