A distanza di 2 anni dall’inizio della pandemia, la realtà economica e sociale dice una cosa sola: la crisi l’hanno pagata e continuano a pagarla disoccupati e lavoratori.
Ne sono convinti ANLS e Flaica-Cub che domenica scosa, ad Amalfi (SA) hanno convocato il loro coordinamento e associati, tra lavoratori stagionali e del turismo e servizi, impiegati ogni hanno nella penisola Sorrentina-Amalfitana, per condividere il nuovo percorso. Anche in vista del congresso.
Forse in vista di una manifestazione nazionale? Nulla di ufficiale trapela in proposito. Solo ipotesi. Che lasciano ricordare come gli stagionali in questa timida fase di ripresa siano stati i primi ad essere dimenticati dal Governo Draghi che ha annunciato lo stop allo stato di emergenza dal 1ç aprile prossimo.
Ma l’emergenza, quella vera, continua ad esserci e ”continua ad impoverire il ceto produttivo della nostra comunità”, senza dimenticare gli “aumenti di oltre il 40% di tutte le bollette che danneggiano le tasche già vuote degli operai”, si legge.
Occorre riflettere sul ruolo degli stagionali “motore e forza del turismo”, “invisibili fino a prima della pandemia” che però ora ”rivendicano il loro potenziale”. E allo stesso tempo rigettano le accuse di essere disinteressati al lavoro perchè preferiscono optare per il Reddito di cittadinanza.
“Nulla di più falso: – scrivono nel comunicato – i percettori del reddito, utile strumento di sopravvivenza, sono soltanto una piccola parte. Da sempre rivendichiamo la nostra unica volontà: un lavoro stabile e garantito: nel rispetto degli orari, della paga, delle festività, del diritto alla malattia, del diritto di prelazione sulla riassunzione presso la stessa azienda“.
E ricordano come lo Stato continui ad essere assente. Zero aiuti, zero controlli ispettivi, zero benefici per chi – come gli over 35 – ha scommesso sin da giovane nel lavoro del turismo, e negli ultimi anni altro non ha fatto che rinvigorire il rapporto collaterale con Federalberghi e altri datori di lavoro.
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