Il beneficio del Bonus Mezzogiorno spetta solo ai titolari di reddito di impresa, indipendente della natura giuridica assunta, che effettuano nuovi investimenti destinati a strutture produttive situate nelle aree del Sud previste dalla legge.
Il chiarimento arriva, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore in edicola oggi, dall’ufficio legislativo Finanze del Ministero dell’Economia e Finanze che “in risposta all’interrogazione 5-05072 presentata dal deputato Giuseppe l’Abbate (M5S), ha confermato ieri, in commissione Finanze, la preclusione del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno agli imprenditori agricoli titolari di reddito agrario di cui all’articolo 32 del Tuir quali imprese individuali e società semplici agricole”.
Conseguentemente la norma di legge che “estende l’incentivo ai comparti della produzione primaria di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura e alle imprese che si occupano di trasformazione e commercializzazione dei relativi prodotti, si deve intendere a beneficio di coloro che svolgono le predette attività producendo reddito d’impresa”.
Il chiarimento fa luce sull’accesso al beneficio per allevatori e esercenti attività agricole connesse oltre i limiti stabiliti dall’art. 32 del Tuir, le società in nome collettivo e in accomandita semplice esercenti attività agricola i cui redditi dei terreni vengono qualificati di impresa dall’articolo 33 del Tuir. E così anche le Srl e le cooperative agricole che hanno le medesime caratteristiche.
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