La crisi bellica ed energetica, con il rialzo insostenibile dei prezzi dei carburanti e gas, stanno portando la produzione dell’industria italiana in “recessione tecnica”. E’ quanto dichiara Confindustria che attraverso il proprio centro studi parla di una produzione in salita appena del 1,9%, con una brusca frenata rispetto alle attese di fine 2021.
Il rischio inoltre, a breve, è quello di uno stop della produzione a cui potrebbe essere spinte il 46% delle imprese già dal prossimo mese di giugno. Con conseguente attivazione del regime di cassa integrazione per i lavoratori. Lo scrive Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“Le spie degli allarmi in Confindustria sono tutte accese, con il prezzo del gas cresciuto del 1.284,7% rispetto ai dati pre-pandemia e quello del petrolio che segna un più 106,9%; balzi che scrivono un conto aggiuntivo da 68 miliardi per le imprese, 5,7 miliardi al mese. Una rilevazione a tutto campo fra gli imprenditori mostra che il 16% delle aziende ha già ridotto la produzione, e il 30% dichiara di poter continuare al massimo per tre mesi prima di incappare in ‘sostanziali interruzioni’. Anche perchè il 57% delle imprese sta affrontando forti difficoltà sulla logistica, oltre che sull’energia. E i numeri reali, avverte Fontana (responsabile del Centro Studi, ndr), potrebbero essere peggiori perchè nel panel interpellato dal Centro Studi l’incidenza di imprese grandi, e quindi con difese più solide, è maggiore rispetto al panorama nazionale”.
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