Stagionali non pagati? “Mai vista una busta paga in regola”

Stagionali introvabili. Ancora una volta il tormentone pre-estivo torna alla ribalta e soprattutto nelle cronache locali, con aziende che lunga tutta la costa della penisola giurano di essere alla disperata di ricerca di lavoratori stagionali ma non riescono a trovarli.

L’anno scorso, secondo i più “informati”, la ragione della fuga dal lavoro temporaneo nel turismo erano i Bonus Covid e il Reddito di emergenza, quest’anno resta solo il reddito di cittadinanza al centro dell’attenzione mediatica.

Ma c’è chi analizza più approfonditamente la questione come una ex lavoratrice stagionale nella testimonianza raccolta da ravennanotizie.it e sottolinea che il problema è la NASpI corta che non dà garanzie economiche per i periodi di non lavoro:

c’è da valutare che da noi la stagione al mare è corta. Dura solo tre mesi, quindi hai diritto ad un mese di disoccupazione e molte persone tengono conto anche di questo”.

Respinge invece ogni accusa di pagare poco i collaboratori il presidente della Cooperative Spiagge Ravenna Maurizio Rustignoli che in un’intervista al medesimo giornale locale dichiara:

“il tema della carenza di organico è granitico e si ripete ogni estate. Il settore balneare ravennate soffre la carenza del 50% delle figure necessarie. E non accetto che la risposta sia ‘non li pagate’ perché sono baggianate. Negli ultimi anni siamo stato costretti a rivolgerci alle agenzie interinali e a pagare quindi ancora di più. Il sistema turistico ha bisogno di tutte le figure, dal bagnino allo chef. È chiaro che ‘fare la stagione al mare’ significa lavorare il sabato, la domenica e a volte anche la sera ma sono tutte ore pagate. Chi ha veramente voglia di darsi da fare riesce a guadagnare ottimi stipendi”.

Non la vede allo stesso modo la Filcams-Cgil locale che spiega: “I dati forniti dal nostro Osservatorio ci mostrano una realtà ben diversa, in buona parte fatta di stipendi ormai al di sotto delle tariffe sindacali e di orari di lavoro massacranti, senza giornata di riposo e con inquadramenti contrattuali, che spesso non coincidono con la mansione effettivamente svolta. Ci sono part time, che si rivelano full time, stipendi versati per metà in busta paga e per l’altra metà no. Il tema delle condizioni precarie in questo settore non è una novità, diciamo che si ripresenta ogni anno. Solo che adesso, a fronte di turni di lavoro sempre pesanti, c’è una netta diminuzione in termini di retribuzione generale. Sappiamo che ci sono anche tante aziende che lavorano bene, tuttavia, quello che posso affermare per certo, dopo tanti anni nel sindacato, è di non aver mai visto una busta paga di uno stagionale che fosse in regola. Tra mancati riposi, straordinari non pagati, contributi non versati, qualcosa manca sempre”.

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