Non si ferma il Caporalato in Italia e la lotta al fenomeno, quella forma illegale di lavoro dipendente secondo cui si recluta manodopera, soprattutto agricola, senza rispettare le regole di assunzione e i diritti dei lavoratori.
Nonostante tutti gli sforzi effettuati e tutti i rigidi controlli in atto l’intermediazione illecita di manodopera è difficile da debellare definitivamente. Da un lato, infatti, non sempre le inchieste e i processi contro il caporalato danno risultati positivi, a volte per la mancanza di prove non si riesce a dimostrare che ci sia stato un vero e proprio reato. D’altra parte, invece, giungono anche notizie confortanti che ci dicono che la giustizia riesce ad arrivare a traguardo.
Di recente sono arrivate due notizie in tal senso per i lavoratori dell’agricoltura.
Una positiva, riportata dal giornale Il Fatto Quotidiano, nel quale si legge che c’è stata una condanna contro il caporalato a Cuneo, in Piemonte.
Il quotidiano così riporta: “Il caporalato nel nord-ovest c’è: cade un altro alibi. L’11 aprile il Tribunale di Cuneo ha giudicato provato il reato di sfruttamento della manodopera nelle campagne del cuneese, condannando a pene severe sia il caporale sia gli imprenditori che si sono avvalsi di quelle persone sfruttate. È la prima condanna del genere nel nord-ovest.”
In altri territori, tuttavia, le notizie che arrivano sono di assoluzione, non di condanna. È il caso della notizia riportata dal quotidiano La Nazione, che annuncia l’assoluzione per i fratelli titolari di un’impresa in Toscana accusati nel 2017 di caporalato.
Nel giornale si legge infatti che: “Sfruttati, a lavoro nei campi anche per 14 ore al giorno. Senza ferie e operativi anche nei festivi. Non c’era vita per quelli che erano stati definiti dagli investigatori i ‘nuovi schiavi’. Un quadro […] che è stato completamente smontato dalla ricostruzione dei difensori di due fratelli […] e di tre presunti ‘caporali’. Tutti accusati a vario titolo di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, sono stati assolti con formula piena (il fatto non sussiste).”
Queste due notizie sono un chiaro esempio di come il caporalato continui ad essere un fenomeno diffuso nelle campagne italiane, da nord a sud, e di come non sempre sia semplice provarlo e quindi contrastarlo con i mezzi della Giustizia.
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