Si è parlato anche di turismo, stagionali e reddito di cittadinanza durante il question time della Camera tenutosi ieri. Allo scadere dell’ora a disposizione, il deputato Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia) ha incalzato il Ministro del turismo Massimo Garavaglia riguardo la situazione drammatica in cui versano le imprese turistiche, colpite non solo dalla pandemia e dalle misure finalizzate a combatterla, ma anche dalla difficoltà di reperire personale. Emergenza, quest’ultima, che si fa sentire nonostante un alto tasso di disoccupazione e che a detta del deputato di FI sarebbe da ricondurre all’erogazione del Reddito di Cittadinanza, spesso preferito a un impiego.
Ma c’è effettivamente correlazione tra la fruizione del Reddito di Cittadinanza e la mancanza di personale nel settore turistico? E quali misure verranno adottate per far fronte all’emergenza?
Queste le interrogazioni poste da Trancassini al Ministro del turismo, il quale ha così risposto:
“Condivido le considerazioni degli onorevoli interroganti circa l’evidenza e l’esigenza di rivedere la disciplina del Reddito di Cittadinanza in modo da rimodularla per agevolare l’effettivo inserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro, piuttosto che fornire loro una fonte di reddito non finalizzata in concreto a tale scopo. Secondo quanto emerge dalla nota “Il mercato del lavoro: dati e analisi” pubblicata nel gennaio 2022 e redatta congiuntamente da ministero del lavoro, Banca d’Italia e dall’Anpal, attualmente ci sono ampi margini di recupero di rapporti di lavoro proprio nel settore del turismo. Da una recente indagine Unioncamere – Anpal emerge che nei prossimi mesi di quest’anno il fabbisogno dei lavoratori stimati nel settore del turismo è di circa 250mila unità, necessità molto rilevante. Ebbene, è ovvio che sull’esigenza di soddisfare tale bisogno occupazionale incide il Reddito di Cittadinanza, soprattutto nei casi di rapporto di lavoro temporaneo stagionale in cui l’ammontare dei redditi e l’instabilità del rapporto di lavoro non risultano sempre allettanti a fronte del Reddito di Cittadinanza percepito.“
In pratica, come sottolineato anche dal Ministro, sarebbero circa 250 mila i posti vacanti nel turismo e a cui gli operatori non riuscirebbero a sopperire anche a causa del Reddito di Cittadinanza, il quale appare ai loro occhi come un deterrente. Come esemplificato da Garavaglia nel corso dell’interrogazione, infatti, “c’è chi preferisce fare 3 giorni a chiamata e non andare oltre proprio per non perdere il Reddito di Cittadinanza.” Tuttavia, occorre chiedersi a quali condizioni l’impiego venga offerto, visto che molto spesso il contratto prevede una paga non adeguata alle molte ore di lavoro richieste.
Proprio a tal proposito, il Ministro Garavaglia ha espresso il suo interesse nel seguire con attenzione i “contatti in corso tra alcune associazioni di categoria e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per riformare e correggere la misura del Reddito di Cittadinanza“, soprattutto in ottica del lavoro stagionale. L’obiettivo, ha concluso il Ministro del turismo, è quello di “incentivare il collocamento e la ricollocazione dei percettori della misura anche per contratti di lavoro stagionale per rispondere più efficacemente ai fabbisogni espressi dalle imprese turistiche“.
Massima attenzione dunque alla possibile revisione del Reddito di Cittadinanza, in parte legata alle politiche attive del lavoro per attenuarne gli effetti distorsivi nel settore turistico.
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